Le ricorrenze e gli anniversari di eventi storici spesso aiutano a non ripetere errori politici o a non dimenticare la predisposizione repressiva degli Stati rispetto alle minoranze culturali interne. E’ proprio questo il caso dell’anniversario della fondazione della Mancomunitat de Catalunya, prima istituzione nazionale catalana riuscita ad affermarsi dopo duecento anni di politica territoriale tesa alla disgregazione delle comunità nazionali storiche all’interno dello Stato spagnolo. Nell’atteggiamento ostruzionista della Spagna di allora possiamo leggere la repressione dell’oggi, in un riproporsi di dinamiche sorprendentemente uguali a se stesse: diritto a decidere contro centralismo, opinione pubblica internazionale contro oltranzismo spagnolo, democrazia contro repressione.
Il 6 aprile del 1914, 104 anni fa, i 96 deputati delle Camere provinciali di Barcellona, Girona, Lleida e Tarragona, riuniti nel Palazzo della Generalitat – allora sede della Provincia di Barcellona – costituiscono formalmente e solennemente la Mancomunitat de Catalunya, istituzione attiva tra il 1914 e il 1925 anche se dal 1923 le cariche elettive verranno commissariate dallo Stato spagnolo con la nomina di esponenti unionisti e monarchici.
In quell’occasione è stato eletto tramite votazione Enric Prat de la Riba – importante membro della Lliga Regionalista, una delle personalità promotrici del progetto e presidente della Provincia di Barcellona – come primo presidente dell’istituzione. Nel discorso inaugurale della sessione costitutiva Prat de la Riba ha affermato: “La Mancomunitat pone fine a un periodo che inizia con la caduta di Barcellona del 1714 e ne inizia un’altro: il domani!”. Il presidente ebbe come punto di riferimento della sua amministrazione la modernizzazione del paese: “Che non rimanga un solo Comune catalano senza commissariato, scuola, biblioteca, telefono e strade”.
La Mancomunitat de Catalunya si è costituita come federazione delle quattro provincie catalane e aveva come obiettivo il recupero della gestione amministrativa per le istituzioni catalane, come avvenuto dal 1359 (istituzione della Generalitat come organo permanente delle Corts) fino al 1714 (liquidazione dell’autogoverno).
Nonostante lo Stato spagnolo riconoscesse solamente competenze “per fini esclusivamente amministrativi di competenza provinciale”, per la Catalogna è stato un trionfo politico perché si era riusciti a dare inizio al recupero dell’autogoverno perduto nel 1714 e perché era stata riconosciuta l’unità amministrativa della Catalogna al di là della struttura provinciale spagnola imposta nel 1833.
Il progetto di creazione della Mancomunitat era iniziato sette anni prima (1907), quando la piattaforma Solidarietà Catalana, composta da tutti i partiti catalanisti, ottenne un successo elettorale spettacolare. Lo Stato spagnolo si oppose allo sviluppo del progetto, sopratutto cavalcando gli eventi della Setmana Tràgica (1909) grazie ai quali riuscì ad associare il catalanismo alla violenza con la quale i catalani si ribellarono alla chiamata alle armi dei riservisti per essere inviati nell’exclave spagnola di Melilla. La durissima repressione della Settimana Tragica da parte dello Stato comportò l’istituzione della legge marziale, oltre cento morti, quasi duemila arresti arbitrari e conseguenti processi militari, fucilazioni e spari indiscriminati contro la folla, atti che furono pesantemente criticati dall’opinione pubblica e dai mezzi di informazione mondiali con manifestazioni nei pressi delle ambasciate e dei consolati spagnoli che comportarono la rimozione delle più alte cariche dello Stato da parte della Monarchia.
Ma fortunatamente l’intesa tra i presidenti spagnoli José Canalejas ed Eduardo Dato (che saranno assassinati rispettivamente nel 1912 e nel 1921) e i leader della LLiga Regionalista Prat de la Riba, Cambó e Puig i Cadafalch, rese possibile la materializzazione del progetto.
Nonostante il progetto della Mancomunitat fosse stato da sempre guidato dalla Lliga, non sarebbe stato possibile senza il coinvolgimento dei partiti catalanisti repubblicani e di sinistra. Grazie a questa istituzione venne svolto un importante lavoro di creazione di infrastrutture, di strade e di porti, opere idrauliche, ferrovie, telefono, beneficenza, cultura e sanità. Anche i rendimenti agricoli e forestali vennero aumentati grazie all’introduzione di nuove tecnologie, di servizi educativi e tecnologici utili all’industria.
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