Ana Pontón, portavoce nazionale del Bloque Nacionalista Galego, ha dichiarato che “il BNG è in grado di diventare opzione maggioritaria e di contendere al PP il governo della Xunta de Galiza entro quattro anni”.
Ai margini dell’assemblea nazionale del movimento che si è tenuta nel finesettimana del 2 aprile 2017 e che la ha rieletta con il 98% dei voti Pontón ha descritto la situazione politica del BNG come una fase di coesione, unità e forza, un momento di dibattito intenso e di porte aperte per tutti coloro che vogliano unirsi al progetto senza per questo perdere il bagaglio politico del Blocco. “Stiamo lavorando per arrivare in ottima forma alle elezioni galiziane del 2020”.
Secondo la portavoce “la Galizia ha bisogno di un’alternativa nazionalista per progredire: il governo galiziano di Feijóo [PP], è consacrato al governo spagnolo di Rajoy” e i risultati si vedono nella ingente emigrazione giovanile e nel deterioramento delle condizioni di lavoro. “In Galizia non abbiamo un governo ma una riserva del PP per le elezioni municipali”.
“Il BNG deve lavorare per riuscire ad essere il punto di riferimento per tutte quelle persone che vogliono realizzare un cambiamento per il nostro paese e che desiderano che l’indipendentismo sia forza maggioritaria. Abbiamo l’obiettivo di recuperare non solo l’appoggio sociale ed elettorale ma anche la coscienza e l’autostima nazionali, uno degli aspetti più importanti”.
“Il popolo galiziano ha bisogno di autostima, dobbiamo coltivarla, stimolarla, perché senza questo elemento è molto difficile ottenere altre cose. Quando guardiamo alla nostra nazione, con tutti i suoi difetti, notiamo che siamo un popolo imprenditore, con molta capacità di iniziativa. Partecipiamo alla vita del mondo con grande creatività. Quello che mi addolora è vedere che questa creatività a volte viene inibita dall’incapacità di chi governa la Xunta de Galiza. Molte iniziative che rappresentano la nostra modernità non hanno spazio nei media”, sostiene la portavoce indipendentista.
Ana Pontón sostiene la sua idea di sovranità e la possibilità per la Galizia come per gli altri popoli di accedere al diritto a decidere. Auspica che lo Stato riconosca le varie sovranità dei popoli: “in questa fase questo è il tallone di Achille della democrazia spagnola che non riesce a prendere atto che la Spagna non è una nazione unica ma una realtà in cui convivono ed esistono vari popoli e nazioni che hanno il diritto a decidere il loro futuro. Non possono restare costretti in una Costituzione scritta nel 1978 in una fase critica come la Transizione”.
L’indipendentismo per Ana Pontón “rappresenta un’alternativa di democrazia reale: le soluzioni ai nostri problemi le abbiamo qui, non devono portarcele da fuori. È antidemocratico e non realistico non riconoscere la realtà nazionale galiziana”.
Nelle elezioni del settembre 2016 per il rinnovo del parlamento galiziano il BNG ha superato l’8% dei voti e ha ottenuto sei deputati, uno in meno rispetto alla precedente legislatura. Questo nonostante tutti i sondaggi lo dessero per spacciato a causa della massiccia scissione di coloro i quali hanno preferito seguire Podemos/En Marea, tra cui lo storico rappresentante Beiras. Ana Pontón ha saputo dimostrare una spiccata capacità organizzativa e ha preso sulle sue spalle tutto il peso di un difficile rilancio del movimento. I risultati elettorali e politici le stanno dando ragione.