Un magistrato spagnolo ha indagato sul comando dei Mossos d’Esquadra, la polizia autonoma catalana, per il comportamento degli agenti durante il primo ottobre 2017, giorno del referendum. Per il comandante Ferran Lopez e per altre sei alte cariche del corpo di polizia viene ipotizzato il reato di sedizione. Secondo il magistrato la cupola del corpo ha pianificato un sistema di azione che non impedisse la celebrazione della consultazione, disobbedendo così al Tribunale Superiore di Giustizia.
Il magistrato afferma che l’operativo dei Mossos il 1 ottobre è stato un “elemento essenziale nella catena secessionista” e era “direttamente impegnato a non impedire la votazione. I Mossos avrebbero previsto solamente una pattuglia per ciascun seggio elettorale, con due agenti ciascuna. Per il magistrato “sarebbe per loro stato impossibile chiudere, sequestrare e sfollare i seggi in presenza di grandi assembramenti di persone sia all’esterno che all’interno delle sedi di voto”. Per altre elezioni i Mossos avrebbero utilizzato 12mila agenti contro i 7mila del primo ottobre.
La Guardia Civil spagnola aggiunge, in una nota informativa, che “i Mossos erano ben coscienti di cosa sarebbe successo il primo ottobre ma non lo hanno voluto evitare”. Il magistrato aggiunge che il comando del corpo catalano era informato del fatto che il giorno del referendum sarebbero stati fatti appelli all’occupazione dei seggi.