Confermata l’unità di tutte le forze politiche còrse. La coalizione autonomista Femu a Corsica, diventa un partito unico: il Partito della Nazione Corsa, Inseme e Chjama Naziunale si fondono e si ripresenteranno alle prossime elezioni assieme agli indipendentisti di Corsica Libera nella coalizione Pè a Corsica.
L’obiettivo è ottenere entro tre anni uno statuto che darà capacità legislativa e fiscale all’Assemblea di Corsica. Altro punto fondamentale della coalizione è la co-ufficialità della Lingua còrsa rispetto al Francese.
Le due forze che compongono la coalizione elettorale Pè a Corsica hanno raggiunto un accordo strategico in dieci punti denominato “La strada del futuro” e si sono dati un orizzonte di dieci anni “per costruire con tutti i còrsi la Corsica del ventunesimo secolo”.
Al primo punto compaiono “la pace e la democrazia, pilastri” della coalizione. Il secondo punto affronta il filo storico della lotta, i suoi valori e le sue fondamenta. Il terzo punto spiega il calendario politico su 10 anni di attività. Il quarto punto parla del progetto di società che hanno in mente le forze còrse. Il quinto punto specifica che in tre anni l’Isola dovrà avere il suo Statuto di autonomia di pieno diritto e dovrà metterlo in opera in 10 anni. Il sesto punto afferma la volontà di apertura verso tutti i còrsi e verso tutte le forze che si riconoscono in Pè a Corsica. Al settimo punto troviamo la volontà di dialogo e la ricerca di convergenze strategiche con le forze còrse che ancora non non hanno trovato accordo con Pè a Corsica. L’ottavo punto illustra alcune proposte di convergenza con le forze progressiste. Con il nono punto gli attuali governanti della Corsica affermano che la loro ricandidatura è ispirata ad un modo di governare chiaro, trasparente e democratico. Il decimo e ultimo punto è a favore di una soluzione politica negoziata del conflitto tra Corsica e Francia.
Traduzione integrale del preambolo dell’accordo “La strada del futuro”, siglato da Femu a Corsica e da Corsica Libera
A strada di l’avvene
“Le elezioni territoriali del dicembre 2015, segnate dalla vittoria di Pè a Corsica, hanno costituito un momento cerniera nella storia contemporanea della Corsica.
Con questa scelta il popolo corso ha espresso democraticamente la sua volontà di un cambiamento politico profondo come anche di una reale alternativa al sistema attuale e alle politiche che negano gli interessi della Corsica e dei còrsi, da troppo tempo esistente nell’Isola.
Il popolo corso ha inoltre affermato la sua volontà di ottenere i mezzi istituzionali, politici ed economici per la sua emancipazione.
Questa vittoria elettorale e questa situazione politiche non sono nate dal nulla. Sono gli esiti di decenni di lotte condotte su tutti i terreni da parte di generazioni di donne e uomini dei quali noi vogliamo essere sia gli eredi che i continuatori.
Questo lavoro e questo impegno, sia di resistenza che di costruzione, hanno dato i loro frutti.
Hanno consentito di fare da barriera alle logiche della spoliazione, della speculazione, della scomparsa programmata di ciò che sono i còrsi come collettività.
E ci hanno anche portati al fatto che una maggioranza dei còrsi si riconosca oggi nelle idee e nelle proposte sostenute ieri solo dai nazionalisti.
Così, per esempio, la difesa della Lingua e della terra, l’ottenimento del potere legislativo e normativo, la potestà sulla fiscalità e la necessità di un reale statuto fiscale e sociale, l’amnistia dei prigionieri politici e dei ricercati, sono ormai largamente appoggiate dalla società còrsa, ben oltre rispetto alla nostra famiglia politica, e sono stati oggetto di votazioni largamente maggioritarie, se non unanimi, sia nell’Assemblea di Corsica che presso decine di comuni dell’Isola.
Allo stesso modo i còrsi hanno largamente espresso la loro volontà di rottura con il sistema di clan e di clientelismo e la loro aspettativa nei confronti di una democratizzazione reale e profonda della vita pubblica.
Queste evoluzioni profonde si sono tradotte sul piano elettorale: inizialmente alle elezioni municipali del 2008 e territoriali del 2010, con un risultato del 36% per le due liste nazionaliste, e poi nel 2014 con la vittoria alle elezioni municipali di Bastia.
Questi elementi hanno dimostrato che una maggioranza di còrsi è pronta a riconoscersi in nel progetto di emancipazione proposto dai nazionalisti, responsabilità delle forze che hanno cercato di creare le condizioni per un’unità democratica più larga possibile.
Nel giugno 2014, prendendo atto di questa nuova situazione, il FLNC ha deciso unilateralmente la sua uscita irreversibile dalla clandestinità, decisione di portata storica, confermata e rafforzata nella primavera del 2016.
Nel dicembre 2015 le liste Femu a Corsica e Corsica Libera si sono unite al secondo turno per proporre ai còrsi un’alternativa democratica costruita attorno alla difesa degli interessi collettivi del popolo còrso e dell’interesse generale.
Dopo aver giurato davanti ai còrsi, gli eletti della nuova maggioranza territoriale hanno lavorato per due anni per la messa in opera del contratto stipulato col suffragio universale, nel rispetto dei principi di trasparenza, del pluralismo e della democrazia con la quale si erano impegnati.
Il progetto Pè a Corsica e il nostro modo di governare sono stati largamente validati dalle urne: nel giugno 2017 le elezioni legislative hanno eletto per la prima volta tre deputati nazionalisti per difendere gli interessi della Corsica a Parigi.
Nel dicembre 2017, al termine di un mandato accorciato di due anni a causa della creazione della nuova Collettività di Corsica, la maggioranza nazionalista unita, si presenterà di nuovo al popolo còrso per chiedergli di confermargli la fiducia già espressa a più riprese.
Questo si farà in totale trasparenza, proponendo ai còrsi di convalidare una filosofia d’azione e un progetto politico preciso e completo nel quadro di un periodo di dieci anni.
Dieci anni per costruire con tutti i còrsi la Corsica del XXI secolo”.