Alle ore 22 del 10 ottobre 2017 in un atto pubblico congiunto dei deputati di Junts pel Sì e della CUP è stato firmato un impegno esplicito alla creazione della repubblica catalana. Il primo a firmare l’impegno è Lluis Llach. Tutti i 72 deputati hanno firmato la dichiarazione assieme al Presidente Puigdemont e alla presidente del parlamento catalano Carme Forcadell. “Costuiamo la Repubblica Catalana come Stato indipendente e sovrano, di diritto, democratico e sociale”. Questo è il testo integrale tradotto dal Catalano.
Dichiarazione dei rappresentanti della Catalogna
Al popolo della Catalogna e a tutti i popoli del mondo.
La giustizia e i diritti umani individuali e collettivi intrinseci, fondamentali e irrinunciabili che danno senso alla legittimità storica e alla tradizione giuridica e istituzionale della Catalogna, sono la base della costituzione della Repubblica catalana.
La nazione catalana, la sua lingua e la sua cultura hanno mille anni di storia. Nel corso dei secoli la Catalogna si è dotata e ha goduto di istituzioni proprie che hanno esercitato l’autogoverno con pienezza, con la Generalitat come massima espressione dei diritti storici della Catalogna. Il parlamentarismo è stato, durante i periodi di libertà, la colonna sulla quale si sono sostenute queste istituzioni, si è incanalato nelle Corts Catalanes e si è cristallizzato nelle Costitucions de Catalunya.
La Catalogna restaura oggi la sua piena sovranità, persa e ampiamente desiderata, dopo decenni di tentativi, onesti e leali, di convivenza istituzionale con i popoli della penisola iberica.
Dall’approvazione della Costituzione spagnola del 1978 la politica catalana ha giocato un ruolo chiave con un comportamento esemplare, leale e democratico nei confronti della Spagna, e con un profondo senso dello Stato.
Lo stato spagnolo ha risposto a questa lealtà con la negazione del riconoscimento della Catalogna come nazione; ha concesso un’autonomia limitata, più amministrativa che politica e ha attuato un processo di ricentralizzazione; un trattamento economico profondamente ingiusto e una discriminazione linguistica e culturale.
Lo Statuto d’Autonomia, approvato dal Parlamento e dal Congresso, e sottoposto a referendum dalla cittadinanza catalana, avrebbe dovuto essere il nuovo ambito stabile e duraturo di relazione bilaterale tra Catalogna e Spagna. Ma si è trasformato in un accordo politico rotto dalla sentenza del Tribunale Costituzionale che ha fatto emergere nuove proteste dei cittadini.
Raccogliendo le richieste di una grande maggioranza di cittadini catalani, il Parlamento, il Governo e la società civile hanno chiesto ripetutamente di accordare la celebrazione di un referendum di autodeterminazione.
Constatando che le istituzioni dello Stato hanno rifiutato qualsiasi negoziato, hanno violentato il principio di democrazia e autonomia e hanno ignorato i meccanismi legali presenti nella Costituzione, la Generalitat de Catalunya ha convocato un referendum per esercitare il diritto all’autodeterminazione riconosciuto dal diritto internazionale.
L’organizzazione e la celebrazione del referendum ha comportato la sospensione dell’autogoverno della Catalogna e l’applicazione de facto dello stato di eccezione.
La brutale operazione di polizia in stile militare orchestrata dallo stato spagnolo contro i cittadini catalani ha vulnerato, in molte e ripetute occasioni, le nostre libertà civili e politiche e i diritti umani e ha contravvenuto gli accordi internazionali firmati e ratificati dallo Stato spagnolo.
Migliaia di persone, tra le quali centinaia di eletti e rappresentanti istituzionali e professionali legati al settore della comunicazione, dell’amministrazione e la società civile, sono stati indagati, detenuti, denunciati, interrogati e minacciati di pesanti pene carcerarie.
Le istituzioni spagnole, che sarebbero dovute rimanere neutrali, proteggere i diritti fondamentali e arbitrare il conflitto politico, sono diventate parte e strumento di questi attacchi e hanno lasciato indifesa la cittadinanza catalana.
Malgrado la violenza e la repressione per cercare di impedire la celebrazione di un processo democratico e pacifico, i cittadini della Catalogna hanno votato maggioritariamente a favore della costituzione della Repubblica catalana.
La costituzione della Repubblica catalana si fonda nella necessità di proteggere la libertà, la sicurezza e la convivenza di tutti i cittadini della Catalogna e di avanzare verso uno Stato di diritti e di una democrazia di alta qualità e risponde all’impedimento da parte dello Stato spagnolo di rendere effettivo il diritto all’autodeterminazione dei popoli.
Il popolo della Catalogna è amante del diritto e il rispetto della legge è e sarà una delle pietre angolari della Repubblica. Lo stato catalano riceverà e farà seguire legalmente tutte le disposizioni che fanno arte di questa dichiarazione e garantisce che la sicurezza giuridica e il rispetto degli accordi sottoscritti farà parte dello spirito fondante della Repubblica catalana. La costituzione della Repubblica è una mano tesa al dialogo. Rendendo onore alla tradizione catalana del patto, manteniamo il nostro impegno verso l’accordo come forma per risolvere i conflitti politici. Allora riaffermiamo la nostra fraternità e solidarietà con il resto dei popoli del mondo e, specialmente, con quelli che condividono lingua e cultura e con la regione euromediterranea in difesa delle libertà individuali e collettive.
La Repubblica catalana è un’opportunità per correggere gli attuali deficit democratici e sociali e costruire una società più prospera, più giusta, più sicura, più sostenibile e più solidale.
In virtù di tutto ciò, noi, rappresentanti democratici del popolo della Catalogna, nel libero esercizio del diritto all’autodeterminazione e in accordo con il mandato ricevuto dalla cittadinanza della Catalogna,
COSTITUIAMO la Repubblica catalana, come Stato indipendente e sovrano, di diritto, democratico e sociale.
DISPONIAMO l’entrata in vigore della Legge di transitorietà giuridica e fondativa della Repubblica.
INIZIAMO il processo costituente, democratico, basato sulla cittadinanza, trasversale, partecipativo e vincolante.
AFFERMIAMO la volontà di aprire negoziati con lo stato spagnolo, senza condizioni previe, indirizzati a stabilire un regime di collaborazione a beneficio delle due parti. I negoziati dovranno essere, necessariamente, da pari grado.
FACCIAMO CONOSCERE alla comunità internazionale e alle autorità dell’Unione Europea la costituzione della Repubblica catalana e la proposta di negoziato con lo stato spagnolo.
CHIEDIAMO alla comunità internazionale e alle autorità dell’Unione Europea di intervenire per fermare la violazione dei diritti civili e politici in corso, di seguire il processo di negoziato con lo Stato spagnolo e di esserne testimoni.
MANIFESTIAMO la volontà di costruzione di un progetto europeo che rafforzi i diritti sociali e democratici della cittadinanza, così come l’impegno di continuare ad applicare, senza soluzione di continuità e in modo unilaterale, le norme dell’ordinamento giuridico dell’Unione Europea e quelle dell’ordinamento giuridico dello stato spagnolo e dell’autonomia catalana che riflettono questa normativa.
AFFERMIAMO che la Catalogna ha la volontà inequivoca di integrarsi tanto rapidamente come sia possibile alla comunità internazionale. Il nuovo Stato si impegna a rispettare gli obblighi internazionali che si applicano attualmente nel suo territorio e a continuare ad essere parte dei trattati internazionali dei quali fa parte il Regno di Spagna.
CI APPELLIAMO agli Stati e alle organizzazioni internazionali a riconoscere la Repubblica catalana come Stato indipendente e sovrano.
CHIEDIAMO al Governo della Generalitat di adottare le misure necessarie per rendere possibile la piena effettività di questa Dichiarazione di indipendenza e di quanto previsto dalla Legge di transitorietà giuridica e fondativa della Repubblica.
FACCIAMO un appello a tutti i cittadini della Repubblica catalana a renderci degni della libertà che ci siamo dati e a costruire uno Stato che traduca in azione le aspirazioni collettive.
I legittimi rappresentanti del popolo di Catalogna.
Barcellona, 10 ottobre 2017.
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