A poche ore dal voto municipale il Presidente dell’Assemblea di Corsica, l’indipendentista Jean-Guy Talamoni, ha pronunciato un discorso istituzionale chiedendo a tutti i còrsi “d’origine e d’adozione” ma anche a “tutti coloro che risiedono temporaneamente” nell’Isola di evitare di uscire di casa e di avere contatti reciproci. Ha chiesto di ispirarsi al concetto inglese di “care”, tradotto in còrso con “primura” e ha sottolineato il fatto che le autorità francesi hanno rifiutato di far applicare le regole stabilite dalle istituzioni còrse.
Anche Gilles Simeoni ha fatto sentire la sua voce in modo chiaro: “Come Presidente del Consiglio Esecutivo della Corsica chiedo l’annullamento delle elezioni municipali. E’ mio dovere proteggere i còrsi. Affinché il suffragio universale possa, una volta vinta l’epidemia, esprimersi in condizioni di normalità”.
L’astensione da virus e il virus della divisione
Alla luce di queste premesse le elezioni municipali hanno visto tassi di partecipazione molto bassi: ad Aiacciu ha votato il 36,5%, a Bastia il 44,3%, e la mancata unità delle liste indipendentiste e autonomiste ha prodotto risultati non entusiasmanti in quanto la pur notevole affermazione complessiva delle liste di area è stata parcellizzata in tanti risultati infruttuosi in termini di elezione.
Dopo una campagna elettorale disunita e un primo turno che lascia l’amaro in bocca le liste còrse ora attendono un secondo turno posticipato a data da destinare a causa dell’improvviso salto qualitativo della guerra di Macron contro il Coronavirus annunciato illogicamente poche ore dopo il primo turno. In ogni caso queste consultazioni rischiano di far apparire gli autonomisti e gli indipendentisti più deboli di quanto non siano in realtà.
In vista delle prossime elezioni territoriali del 2021 la missione minima per la maggioranza autonomista e indipendentista in queste elezioni municipali era la conferma a Bastia e la vittoria almeno in una città tra Aiacciu, Corti e Portivechju.
Qualche risultato
A Bastia il sindaco autonomista di Femu a Corsica non è riuscito a vincere al primo turno ma ha ottenuto la stessa percentuale di lista del primo turno delle precedenti elezioni. Il secondo turno non è scontato perché la sinistra unionista, pur divisa in tre liste (45%), sembra più dinamica di qualche anno fa e perché se è vero che le tre liste còrse sommate arrivano al 42,6% non si può stimare in questo momento se tutti i voti nazionalisti confluiranno sul candidato di Femu a Corsica. Tutto dipenderà dalle alleanze a sinistra e dalla volontà dell’area indipendentista di impedire che la sinistra prenda il posto degli autonomisti in Comune. Il dato che lascia perplessi rimane comunque quello della partecipazione. A titolo di esempio ricordiamo che il 30% circa dei voti fi Femu a Corsica quest’anno è stato ottenuto con 2900 voti mentre nel 2014 con 5481 preferenze.
RISULTATI DI BASTIA
Bastia più forte inseme (Femu a Corsica) 30,43%
Spartimu l’avvene (Sinistra) 20,03%
A scelta di Bastia (Sinistra) 13,83%
Un futur pour Bastia (Sinistra) 12,42%
Bastia altrimente (Destra) 8,97%
Bastia in core (Core in fronte) 6,30%
Pè Bastia (Pè a Corsica) 5,94%
(Liste còrse: 42,67%)
La città più popolosa dell’Isola, Aiacciu, è stata conquistata al primo turno dalla destra bonapartista. Nel 2014 il nazionalismo còrso si presentò unito nella lista Aiacciu Cità Nova ottenendo il 10,78 dei voti. Stavolta le liste autonomiste e indipendentiste del primo turno sono state ben tre e hanno sommato il 32,1%. Un grande passo avanti dell’area in termini assoluti che però non è bastato a superare l’unionismo. In questo caso difficilmente l’unità delle forze della maggioranza di governo avrebbe consentito la vittoria.
Sul piano della partecipazione elettorale si tenga presente che con circa 1800 voti nel 2014 la lista nazionalista ottenne il 7% mentre oggi la lista Pà Aiacciu ha ottenuto quasi il 14%.
RISULTATI DI AIACCIU
Fieri d’esse aiaccini (Destra) 53,51%
Aiacciu pà tutti (Femu a Corsica) 13,86%
Pà Aiacciu (Pè a Corsica) 13,78%
A manca aiaccina (Sinistra) 5,97%
Aiacciu in cori (Core in fronte) 4,51%
Ajaccio change de visage (Civici) 4,49%
(Liste còrse: 32,15%)
A Portivechju il candidato unico dell’area nazionalista, il leader del Partito di a Nazione Corsa Jean-Christophe Angelini che per la quarta volta tenta di spodestare la destra, ha ottenuto il 44,5% dei voti contro il 40% del candidato unionista. Nel 2014 Angelini ottenne il 46% ma il candidato di destra vinse al primo turno con il 54%. La differenza decisiva quest’anno sta nella presenza di una terza lista autonomista che con il suo 15,4% sosterrà Angelini al secondo turno ottenendo un risultato storico per quella realtà locale.
RISULTATI DI PORTIVECHJU
Pà Portivechju (Pè a Corsica) 44,49%
Notre parti c’est Porto-Vecchio (Destra) 40,09%
Portivechju da fà (Femu a Corsica) 15,41%
(Liste còrse: 59,9%)
A Corti, capitale storica della Corsica nonché sede dell’unica università dell’Isola, il nazionalismo si è presentato diviso nel senso che gli indipendentisti di Corsica Libera non hanno partecipato attivamente all’esperienza della lista Corti per Tutti.
RISULTATI DI CORTI Uniti per Corti (Destra) 65,57% Corti per tutti (Nazionalisti) 34,43%
Missione compiuta?
L’analisi del voto e dei suoi condizionamenti sulle future dinamiche politiche è molto complicata, viziata da una gestione statale di questa consultazione municipale a dir poco confusa, da una conseguente astensione che ha raggiunto livelli inaccettabili e da scelte di presenza elettorale nel campo indipendentista e autonomista disomogenee e apparentemente confuse.
Se tutto va bene Bastia potrà essere riconfermata a guida autonomista e Portivechju sarà ragionevolmente conquistata dal nazionalismo dopo decadi di regno della destra unionista. Senza dimenticare alcuni importanti avanzamenti delle liste di area nazionalista possiamo affermare che il temuto effetto domino negativo di queste municipali sulle prossime elezioni territoriali potrebbe essere scampato.
I pochi mesi che ci separano dalle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea di Corsica sono il banco di prova più duro che la maggioranza indipendentista e autonomista si è mai trovata ad affrontare. Il cambio di passo auspicato da molti dovrà essere chiaramente percepito dall’elettorato ma il muro di gomma dello Stato, sordo ad ogni seppur minima e ragionevole richiesta di dialogo delle istituzioni còrse, rende ancor più difficile l’operazione di comunicazione politica necessaria al Governo naziunale per riconfermarsi al potere.