I risultati delle elezioni spagnole in Catalogna (Principat de Catalunya).
IL VOTO IN CATALOGNA
Grande avanzata di ERC che supera il milione di voti, sfiora il 25% dei consensi e passa da 9 a 15 eletti nel parlamento spagnolo. Per la prima volta Esquerra vince le elezioni spagnole e passa in testa anche a Barcellona e in circa la metà dei medio-grandi centri urbani.
Junts per Catalunya, la formazione di Puigdemont avanza in voti assoluti ma arretra percentualmente perdendo uno dei suoi 8 eletti a Madrid.
In assenza della candidatura della CUP il Fronte Republicà di Albano Dante Fachin sfiora l’elezione di un deputato e raccoglie più di 110 mila voti.
Pesante ridimensionamento di En Comù Podem e del Partido Popular che perdono rispettivamente quasi il 10% e il 9% dei loro voti al contrario del Partito Socialista di Catalogna/PSOE che sale di oltre 7 punti percentuali attestandosi come secondo partito in Catalogna.
Ciudadans stabile e Vox, la destra neofranchista, si ferma al 3,6%, ben al di sotto della media statale.
Entrano nel parlamento spagnolo tutti i candidati indipendentisti attualmente in carcere con particolari successi personali di Junqueras e Romeva. Ora i repubblicani chiedono che il nuovo governo Sànchez torni al tavolo del dialogo e consenta di celebrare un referendum condiviso da entrambe le parti. Da parte del Governo catalano arriva la prima richiesta ufficiale al nuovo primo ministro spagnolo: “dialogo senza condizioni, tra governo e governo”.
Per il portavoce di ERC Gabriel Rufian il messaggio arrivato dalle urne è chiarissimo, sia nei confronti della Spagna che del mondo: è l’ora del negoziato e della fine della repressione. Ma le prime risposte dal PSC/PSOE sono tutt’altro che concilianti.
Dal carcere Oriol Junqueras invita tutti gli elettori a serrare le fila in vista delle prossime elezioni europee e comunali di fine maggio per confermare il voto utile indipendentista e progressista.