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Francia, presidenziali: i Berberi scrivono ai candidati su Lingua, islamizzazione e rapporti con Stati arabi

Recentemente abbiamo parlato del fatto che il ministero dell’educazione francese ha annunciato che nei prossimi anni la scuola pubblica offrirà corsi di Lingue e culture locali come Basco, Corso, Catalano ma anche Creolo e Taitiano. Si dà il caso che il ministero sia guidato dalla ministra di nascita marocchina Najat Vallaud-Belkacem, originaria di Ayt Chiker, cittadina prevalentemente popolata da berberi.

Pubblichiamo la traduzione integrale della lettera che il Collettivo Nazionale degli Amazigh di Francia ha rivolto a tutti i candidati alle elezioni presidenziali francesi. La missiva è stata pubblicata sul sito Kabyle.com. Al testo originale aggiungiamo alcune immagini sul popolo Amazigh e la sua lotta per l’identità, la Lingua e la cultura.

Bandiera dei berberi

 

Lettera aperta degli amazigh-berberi ai candidati alle elezioni presidenziali francesi del 2017

Il Collettivo Nazionale degli Amazigh di Francia (CNAF) indirizza una lettera aperta agli undici candidati alle elezioni presidenziali francesi. I Francesi Amazigh si danno appuntamento il 23 aprile e il 7 maggio prossimi per eleggere l’ottavo presidente della V Repubblica.

 

Signore e Signori candidati alle elezioni presidenziali,

Madame Nathalie Arthaud,
Monsieur François Asselineau,
Monsieur Jacques Cheminade,
Monsieur Nicolas Dupont-Aignan,
Monsieur François Fillon,
Monsieur Benoit Hamon,
Monsieur Jean Lassalle,
Madame Marine Lepen,
Monsieur Emmanuel Macron,
Monsieur Jean-Luc Mélenchon,
Monsieur Philippe Poutou.

Avete scelto di essere candidati all’incarico più importante del paese. Per questa carica la legge vi accorda enormi poteri che vi permetteranno, una volta eletti, di intervenire in tutti i campi della vita dei cittadini e del futuro del paese.

Noi siamo cittadini francesi di origine amazigh (berberi), democratici e repubblicani, associati in seno al Collettivo Nazionale degli Amazigh di Francia. Noi crediamo ai valori della Repubblica: Libertà, uguaglianza e fratellanza ai quali noi aggiungiamo volentieri la laicità, che ci sforziamo di promuovere e di difendere quotidianamente. I franco-amazigh costituiscono una popolazione di circa due milioni di persone in Francia, risultato di una immigrazione antica più di un secolo che ha contribuito in modo significativo, se non determinante, alla difesa e alla costruzione del paese. Isabelle Adjani, Dany Boon, Daniel Prevost, Mouloudji, Zinedine Zidane e molte altre personalità francesi di rilievo sono di origini amazigh.

 

Una campagna dei berberi sull’assenza dell’insegnamento della Lingua Tamazigh nelle scuole pubbliche francesi. Nella foto la ministra dell’educazione Najat Vallaud-Belkacem.

 

Prendendo parte alla società nella quale viviamo in tutte le regioni di Francia (imprenditori, dipendenti, volontari, artisti, sportivi, studenti…), vorremmo farvi domande su alcuni temi fondamentali:

1- Sin dagli anni ’70 la Francia, in accordo con alcuni Stati stranieri, ha realizzato dei corsi di Lingue e cultue di origine (Elco) per bambini di famiglie immigrate. Questi corsi sono proposti e assicurati nella scuola pubblica francese ma hanno programmi decisi da governi stranieri e impartiti da insegnanti nominati e stipendiati da questi governi stranieri.

Per i bambini francesi di origine amazigh (con genitori, nonni o bisnonni berberi originari dell’Algeria, del Marocco o della Tunisia) i corsi Elco consistono unicamente ed esclusivamente nell’insegnamento della Lingua araba e dei precetti dell’islam. Questo costituisce una grave discriminazione nei confronti della nostra Lingua e della nostra cultura di origine, con il lasciapassare assurdo e inaccettabile dello Stato francese. Inoltre, secondo numerose testimonianze di insegnanti e di parenti di studenti questi corsi “non sono altro che un catechismo islamico”.

Noi francesi di origine amazigh, anche se aperti a tutte le Lingue e a tutte le culture, rifiutiamo categoricamente l’arabo-islamizzazione forzata dei nostri bambini e rigettiamo questa grave violazione della laicità. Da parte nostra stiamo allertando su questo tema tutti i governi francesi dall’inizio degli anni 2000, per arrivare all’attuale ministro dell’Educazione Nazionale, purtroppo invano. Chiediamo quindi che i corsi Elco siano soppressi e sostituiti da corsi di Lingue e culture diversificate, che siano interamente realizzati e assicurati dall’educazione nazionale francese e che per quanto concerne i nostri bambini venga insegnata la loro reale Lingua e cultura d’origine amazigh.

 

Manifestazione berbera a Rabat, Marocco

 

2 – Espropriata di punti di riferimento identitari strutturati, una parte considerevole dei giovani francesi originari dell’immigrazione nordafricana diventano facili prede dell’ideologia fondamentalista islamista.

La quale avanza in Francia grazie al lassismo generale e alla benevolenza che le riservano, consciamente o meno, alcuni responsabili di istituzioni pubbliche tanto a livello nazionale che locale.

Parallelamente, per contro, un settore sempre più corposo di nostri cittadini si rifugia in atteggiamenti razzisti e xenofobi. Per lottare contro questa frattura sociale e nazionale noi siamo convinti che non siano né efficaci né sufficienti i cosiddetti programmi di “deradicalizzazione”.

Una delle soluzioni migliori sarebbe quella di insegnare gli elementi convergenti delle culture dell’immigrazione e della cultura francese. La presa di coscienza dei “beni comuni” sarebbe in questo senso un fattore di riavvicinamento. Ad esempio bisognerebbe far sapere a tutti i francesi che Sant’Agostino, importante personalità della chiesa cristiana, era un Amazigh nativo dell’attuale Algeria.

Si fa quindi imperativo insegnare a tutti e con tutti i mezzi la storia e le culture autentiche e non falsificate delle popolazioni immigrate e i loro apporti alla costruzione della Francia attuale.

 

 

3 – In quanto cittadini noi siamo indignati, la parola non sembri troppo forte, per il cinismo con il quale il governo francese tratta con altri paesi che violano gravemente e ripetutamente i diritti umani. La Francia è anche amica di paesi come l’Arabia Saudita e il Qatar, noti per il sostegno all’islamismo internazionale. Ancora, la Francia non dice una parola sull’Algeria che detiene nelle sue prigioni da più di 20 anni e senza giudizio, quindi illegalmente, circa 150 Mozabiti e ne minaccia altre migliaia unicamente per il fatto di essere Mozabiti e per voler vivere in pace nella loro terra, il Mzab (Sud dell’Algeria). In prigione subiscono degli orribili trattamenti che li portano regolarmente a protestare osservando scioperi della fame a ripetizione, mettendo la loro vita gravemente in pericolo. Noi vogliamo che la Francia resti fedele ai suoi principi, in particolare quello del rispetto dei diritti dell’Uomo. Non chiediamo assolutamente allo Stato francese di fare ingerenza negli affari interni di altri Stati ma esigiamo che la Francia finisca di avere rapporti con Stati che violano pesantemente i più elementari diritti umani.

Signore, Signori, noi saremo molto attenti alle vostre prese di posizione su questi tre punti che risultano essenziali a nostri occhi. Le vostre risposte o i vostri silenzi saranno comunicati ai nostri aderenti e, attraverso i media e le reti sociali, a centinaia di migliaia di elettrici ed elettori di origine Amazigh.

Intanto vi preghiamo di accettare la nostra più alta considerazione.
Collectif National des Amazighs de France
C/o Espace Franco-Berbère Azul
19, Place des Alizés
94000 Créteil
Créteil, 20/03/2017
Email : cnaf@laposte.net

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