L’ex presidente basco, amato da Cossiga e detestato da Aznar, incontrerà Artur Mas in un grande evento pubblico sul diritto a decidere. Otegi presente, Urkullu assente.
Il modello catalano e il possibile rilancio dell’indipendentismo basco
Grande attenzione nei Paesi Baschi per l’evento di stasera a Donostia. L’ex lehendakari Juan José Ibarretxe incontra l’ex presidente della Generalitat de Catalunya Artur Mas nel contesto di un evento pubblico organizzato da due entità civico-culturali come il ‘Centro Studi Sociali e Politici Lehendakari Agirre’, intestato al primo dei presidenti baschi – morto in esilio a Parigi – e la piattaforma ‘Gure Esku Dago’, organizzatrice di varie catene umane a favore del diritto a decidere ispirate all’esperienza della Via Catalana e della Catena Baltica.
La congiuntura politica trasforma l’evento di oggi in un passaggio potenzialmente cruciale per il cammino sia del diritto a decidere del popolo basco che dell’indipendentismo in senso lato.
In una situazione in cui il posizionamento unionista di Iñigo Urkullu ha messo a tacere gli esponenti del PVN più favorevoli alla sovranità e ha scelto di formare un governo con il PSOE invece che accettare l’offerta di governo nazionale di EH Bildu, si è assistito al mancato accoglimento e alla mancata valorizzazione degli slanci della sinistra indipendentista che, nonostante anni di illegalizzazioni e di carcerazioni politiche di attivisti e responsabili ha avuto la forza di mettersi in discussione e il coraggio di ripensarsi in un difficile cammino di apertura, aggregazione e proposta di soluzione politica del conflitto. Parallelamente è stata altresì ignorata e quindi svuotata di senso politico e di responsabilità nazionale la decisione di ETA di dichiarare il cessate il fuoco permanente e la fine delle proprie attività armate, accertata e sostenuta da esponenti internazionali come l’ex Segretario Generale dell’ONU Kofi Annan, il presidente dello Sinn Féin Jerry Adams, l’ex primo ministro inglese Tony Blair e l’ex presidente USA e premio Nobel per la pace Jimmy Carter. Evidentemente per l’apparato di potere spagnolo era molto più funzionale un indipendentismo armato, facilmente criminalizzabile.
Nonostante tutto questo, o meglio proprio a causa di questo, l’ex presidente basco Ibarretxe – apprezzatissimo dal presidente italiano Cossiga che fece scandalo appoggiando pubblicamente la sua proposta di riforma statutaria in senso nazionale basco – ha negli ultimi mesi intensificato la sua esplicita vicinanza all’area indipendentista e il suo sostegno alle iniziative a favore del diritto a decidere. Pensiamo alla telefonata intercorsa tra Ibarretxe e Otegi dopo la recente liberazione di quest’ultimo dopo 6 anni di carcere per questioni pressoché unanimemente definite come politiche; telefonata ancor più importante se si pensa che nessun contatto con Otegi è arrivato da parte delle istituzioni basche a guida PNV. Si pensi ai tweet di dell’ex presidente in sostegno alle catene umane per il diritto a decidere o alle dichiarazioni a favore del fatto che il rappresentante della sinistra indipendentista, ormai scarcerato, potesse partecipare liberamente alle elezioni, diritto negato dalla magistratura spagnola in base ad una quantomeno discutibile interpretazione della legge e della sentenza di condanna.
Il ritorno in grande stile di Ibarretxe prefigura quindi degli assestamenti nei vari settori della politica basca, sia partitica che sociale. Non sono ipotizzabili grandi novità come la nascita di nuovi partiti ma se l’impegno dell’ex presidente dovesse persistere nei prossimi mesi darebbe luogo a riposizionamenti specialmente nel campo del PNV.
L’incontro con Artur Mas costituisce un elemento di chiarezza in un rapporto storicamente difficile tra moderati baschi e catalani. Sia il PNV che la defunta CiU infatti hanno vissuto periodi altalenanti tra sovranità e unionismo e spesso lo slancio nazionale di uno è coinciso con la fase unionista dell’altro. E’ successo ad esempio con Pujol proprio nel caso del citato piano Ibarretxe per la riforma dello Statuto basco del 2004 che prevedeva il riconoscimento dei Paesi Baschi come popolo europeo con identità propria, il diritto a decidere, il diritto all’autodeterminazione e la libertà dei rapporti istituzionali tra la Comunità Autonoma Basca e gli altri territori baschi amministrati da Navarra e Francia.
Oggi le sinusoidi politiche di Ibarretxe e Mas non solo sono in una fase di sintonia ma hanno preso la via dell’indipendentismo, lasciandosi alle spalle decenni di tentennamenti e aprendosi al riconoscimento e al coinvolgimento attivo delle componenti come Esquerra, CUP e EH Bildu che hanno storicamente rappresentato l’ortodossia indipendentista e hanno mantenuto coerentemente la barra dritta sull’obiettivo nonostante tutto e tutti, sia all’interno delle rispettive nazioni che nei confronti dello Stato spagnolo (e francese). L’impatto mediatico di questo incontro e di questa posizione condivisa è notevole. Ad aggiungere rilevanza all’evento è l’annunciata partecipazione di Arnaldo Otegi e l’assenza dell’attuale lehendakari Urkullu.
Non conosciamo ancora i dettagli dell’evento di stasera ma si prefigura una stimolante strategia in primo luogo transnazionale che potrebbe inaugurare una stretta collaborazione tra le tattiche degli indipendentismi referendari di Euskal Herria e Catalogna e in secondo luogo trasversale che potrebbe assumere come valida la proposta della sinistra indipendentista di una “nazione condivisa” e inclusiva rispetto a tutte le sensibilità politiche e ideologiche, inclusa l’opzione di Elkarrekin Podemos. Operazione già ampiamente collaudata in Catalogna e in Scozia che ha permesso di scavalcare e ridurre all’irrilevanza politica quella parte di autonomismo unionista che per decenni in Catalogna e fino ad oggi nel Paesi Baschi ha tenuto a freno l’indipendentismo.
L’irruzione di Ibarretxe, a determinate condizioni, potrà rappresentare la risposta al desiderio di molti indipendentisti di emulare il processo catalano. Recentemente Otegi ha dichiarato che gli sarebbe piaciuto essere catalano e che sarebbe stato felice se anche in Euskal Herria fosse esistito un Artur Mas. Stasera a Donostia Mas ci sarà. Ibarretxe ha l’occasione d’oro di raccogliere il testimone di una staffetta parallela a quella catalana. Il volano per il rilancio del diritto a decidere basco sembra pronto e tutti i soggetti in grado di dargli forza politica e sociale altrettanto.