Emmanuel Macron, candidato presidente per En Marche!, ha visitato la Corsica il 7 aprile 2017. Una giornata fitta di appuntamenti che il candidato ha sfruttato per rilasciare dichiarazioni sui temi caldi dell’agenda politica e istituzionale dell’Isola. Secondo le indiscrezioni il primo incontro istituzionale sarebbe stato quello con il presidente còrso Gilles Simeoni: una ventina di minuti all’interno dell’aeroporto di Bastia.
Al di là delle frasi di circostanza sulla felicità di essere in Corsica, pronunciate attorniato da decine di piccoli studenti, Macron ha evitato esplicitamente di fare promesse ai còrsi: “Io non sono Babbo Natale e voi non siete bambini, voglio solo rendervi partecipi della mia campagna elettorale a due settimane dal primo turno”.
Uno dei primi incontri pubblici è stato quello nei pressi della Casa Cumuna/Municipio di U Viscuvatu/Vescovato con il presidente dell’Assemblea di Corsica, l’indipendentista Jean-Guy Talamoni, che ha voluto rimarcare che dalla sua posizione politica e istituzionale “non farà appello a votare per nessuno”. Si è trattato di una semplice presa di contatti, afferma Macron: “si può parlare anche quando non si condivide la stessa visione delle cose”, comunque “non vedo una Corsica sotto flebo bensì percepisco un clima di emancipazione”.
In questo senso Emmanuel Macron si è detto disposto a migliorare la posizione della Corsica con una riforma costituzionale e ha annunciato che le sorti dell’Isola non saranno decise da qualche ministero parigino; un passaggio nel quale con un po’ di ottimismo si può rintracciare qualche elemento di appoggio al diritto a decidere localmente le sorti dell’Isola. Secondo l’ex ministro dell’Economia francese bisognerà affrontare tutti i problemi senza tabù: se la costituzione attuale non consente lo sviluppo della Corsica si potrà prendere in considerazione una revisione, concordandola con il parlamento còrso e con l’attuale maggioranza sovranista.
Macron quindi con i còrsi ha preso un solo reale impegno, cioè quello di creare, una volta eletto, un tavolo permanente di confronto con le istituzioni isolane e con i portatori di interessi economici e sociali per realizzare assieme una diagnosi dei problemi.
Ma per ora le criticità più evidenti in Corsica sono quelle che riguardano Macron e i suoi ingombranti sostenitori locali. C’è infatti chi ha posto l’accento sulla qualità delle personalità politiche còrse che hanno scelto di sostenere En Marche!, spesso molto imbarazzanti per il candidato stesso, con le loro vicissitudini legali e i loro processi per malversazioni di vario tipo.
La lettera di Edmond Simeoni
Sulle parole di Macron in Corsica si è pronunciato Edmond Simeoni, classe 1934, uno dei leader storici del nazionalismo corso, impegnato nella difesa dell’Isola sin dagli anni ’60, presidente di Corsica Diaspora – associazione che si occupa di mettere in rete i còrsi sparsi per il mondo e tutti coloro che sostengono la causa còrsa – nonché padre dell’attuale presidente còrso Gilles.
In una lettera aperta in cui non vuole tirare conclusioni premature e definitive ma ispirata a quella che definisce “una doverosa diffidenza”, ha valutato il discorso del candidato presidente come “convenzionale, tiepido, in linea con le parole che da cinquant’anni i dirigenti francesi propinano ai còrsi” riferite a riforme istituzionali significativamente fumose e prudenti.
Ma il centro della critica è sull’assenza di una sostanza politica nelle dichiarazioni di Macron: “ha parlato di pragmatismo, di carovita, di alloggi; ha affermato di voler dialogare con gli eletti còrsi”, ha gioito per la cessazione delle attività armate; “ma non una parola sulla politica: niente sul popolo còrso o sulla possibile revisione della Costituzione – senza la quale il futuro è blindato –, non una parola sulla cultura né sull’evoluzione dell’assetto istituzionale”.
Simeoni ha quindi passato in rassegna tutte le difficoltà e gli ostacoli che l’indipendentismo e il regionalismo còrsi hanno dovuto affrontare e superare per arrivare alle conquiste politiche e istituzionali dell’oggi. “Non abbiamo fatto questo lungo cammino con sacrifici, sofferenze, repressione, leggi speciali, servizi deviati, morti e prigionieri per accettare situazioni letali per il popolo còrso. I fiumi non tornano mai alla sorgente, il cammino verso la libertà è inesorabile”, i còrsi fanno parte a pieno diritto di quei popoli che legittimamente aspirano al diritto all’autodeterminazione, “il cosiddetto problema còrso è un problema politico”.
La lettera si conclude con due ipotesi opposte che rendono tutto il senso della fermezza dei còrsi e della loro pragmatica coerenza: “se sarà necessario noi riprenderemo immediatamente una lotta determinata, legale, sul piano internazionale che condurrà inevitabilmente al conflitto e alla radicalizzazione delle posizioni perché speculare sulla nostra supposta stanchezza è infantile. Per contro e senza malafede, la Corsica è pronta ad un reale dialogo che prenda in considerazione i legittimi interessi delle parti in causa, compresi i nostri, prioritariamente”. Simeoni conclude auspicando che il dialogo porti a soluzioni definitive, eque e giuste nel nome della pace e della ragione.
Tra le dichiarazioni e gli incontri delle cariche istituzionali indipendentiste e la lettera di Simeoni appare lampante un notevole gioco di squadra da parte còrsa nei confronti di Macron. La conferma che la maggioranza politica e sociale dell’Isola non è disponibile né a fungere da trampolino per i candidati francesi né a legittimare a scatola chiusa le ennesime promesse di riforme istituzionali o di tavoli di concertazione.