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Nell’Europa dei tribunali politici anche la Segretaria di ERC va in esilio.

Sono passati cinque mesi dal referendum catalano e tre mesi dalle elezioni che hanno visto la riconferma al governo della Generalitat delle forze indipendentiste. La repressione dello Stato spagnolo non accenna a diminuire. Il presidente Puigdemont, assieme a due ministri, continua a restare in esilio, i leader delle grandi associazioni culturali e sociali Sanchez e Cuixart, così come il vicepresidente Oriol Junqueras, continuano a restare in carcere. In queste ore i tribunali spagnoli, perseguendo finalità chiaramente politiche, continuano a istruire processi e convocazioni per i maggiori responsabili politici indipendentisti come l’ex ministro Romeva e l’ex presidente del Parlament Forcadell.
E’ di oggi la notizia della scelta dell’esilio anche per la segretaria generale di Esquerra Republicana de Catalunya Marta Rovira.
Questo è il testo tradotto della lettera che Rovira ha inviato alla stampa e ai cittadini catalani.

 

“Oggi ho iniziato una strada difficile. Una strada che, purtroppo, tante altre persone prima di noi hanno dovuto affrontare. La strada dell’esilio.

Non riesco a nascondere la profonda tristezza che provo nell’allontanarmi da tanta gente che amo, che amo molto. Da tante lotte condivise in tanti anni con persone mosse da un unico obiettivo: cambiare la società in cui vivono. Farla più giusta. Persone degne. Abbandonare la vista dei paesaggi che mi circondano fin dall’infanzia, passeggiare per le città dove ho vissuto.

Provo tristezza, ma molto più triste sarebbe stato continuare a vivere nel silenzio interiore. Percepire come censurata la mia libertà di espressione da tribunali che operano intimidazioni e agiscono chiaramente secondo criteri politici. Ogni giorno, ogni ora, ho sentito la mia libertà limitata da minacce giudiziarie arbitrarie. Non mi sono sentita libera. Non mi sono riconosciuta. In queste ultime settimane ho vissuto in una prigione personale.

L’esilio sarà un percorso difficile ma è l’unico modo che ho per recuperare la mia voce politica. E’ l’unico modo che ho per oppormi al governo del PP che perseguita tutto coloro che sono a favore del voto e che castiga chiunque provi a cambiare lo status quo. Un governo disposto ad andare oltre lo stato di diritto e le libertà civili per ottenere i suoi fini politici.

Ho una figlia, Agnese. Le madri sanno quanto la amo. E quanto è forte il desiderio di darle tutto quel che posso darle. L’esilio mi consentirà di esserle madre, lo merita. Molto.

Vi voglio dire un’ultima cosa. Non lasciate che il rancore si impossessi di voi. L’analisi di una realtà antidemocratica e profondamente ingiusta non deve dare il passo al risentimento. Contro nessuno. Contro niente. Solo dal rispetto e dall’amore verso tutti i cittadini e tutte le opinioni otterremo cambiamenti radicali e profondi. Solo dal lavoro congiunto otterremo una Repubblica per tutti.

Così come dice Oriol [Junqueras], “nei giorni che verrano restate forti e uniti. Trasformate l’indignazione in coraggio e perseveranza. La rabbia in amore. Pensate sempre agli altri. A quel che dobbiamo migliorare. Persistete perché io persisterò. Grazie per tutto il vostro supporto. Vi voglio bene”. E questo è quel che faremo, Oriol.

Vi scrivo, ora sì, con sincera libertà. E continuerò a farlo come segretaria generale di ERC, un partito che amo, che ha dato tanto al paese e che ancora ha molto da dare.

Viva la libertà, la giustizia, l’uguaglianza e la fratellanza. Viva una Repubblica catalana per tutti!

Marta Rovira
Segretaria Generale d’Esquerra Republicana”.

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