ERC-Esquerra Republicana de Catalunya, EH Bildu e il BNG-Bloque Nacionalista Galego hanno annunciato la scorsa settimana una “collaborazione stabile” tra le tre forze indipendentiste di sinistra, anche oltre la mera prospettiva elettorale. La lista avrà tre nomi nelle tre Lingue: Ara Repúbliques in Catalano, Orain Errepublikak in Basco e Agora Repúblicas in Galiziano.
I candidati dei tre partiti hanno presentato il progetto in due conferenze stampa, una a Bilbao e una a Santiago de Compostela e hanno reso pubblico il manifesto politico ispiratore della lista comune alle loro tre nazioni.
Lo scrittore galiziano Suso de Toro ha descritto la candidatura come “l’allegria e la ribellione contro l’autoritarismo”. Mentre la leader del BNG Ana Pontón ha segnalato che questa iniziativa serve a contrastare “uno spagnolismo che non vuole accettare una realtà viva: le nazioni senza Stato esistono e non c’è libertà senza il diritto dei popoli a decidere il proprio futuro”.
La lista sarà capitanata da Oriol Junqueras, presidente di Esquerra in prigione preventiva dal 1 ottobre 2017, e vedrà candidati personaggi di spicco dei tre partiti come Josu Juaristi, la deputata basca Marian Beitialarrangoitia e Gorka Ejejabarrieta, l’eurodeputata galiziana Ana Miranda, Bietio Lobeira e Rubén Cela; per i catalani Jordi Solé e la moglie dell’ex ministro degli esteri catalano Raül Romeva, Diana Riba, che ha fatto appello a “tutti i democratici” contro “l’involuzione” in atto “nello Stato spagnolo e in tutta Europa, per combattere contro il fascismo e la xenofobia”.
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Esquerra
Diana Riba ha dichiarato che nelle elezioni del 26 maggio le opzioni saranno o “la sinistra trasformatrice” o il “populismo autoritario, il fascismo di Le Pen, Alternativa per la Germania o Vox, con il quale il Partito Popolare e Ciudadanos si alleano senza alcun complesso”. Ha ricordato inoltre che suo marito e il capolista della coalizione Junqueras stanno per subire un processo per ribellione solo per aver “fatto politica”. “Sono detenuti perché altri hanno rinunciato a fare politica e non hanno consentito alla cittadinanza di parlare. La nostra è la candidatura dei veri europei repubblicani catalani, valenciani, baleari, galiziani, baschi, navarri ma anche andalusi, canari, murciani e castigliani”. “La coalizione si alleerà in Europa con tutte le forze progressiste che lavorano per allargare i diritti civili e le libertà pubbliche, migliorare la distribuzione della ricchezza, costruire una società più cosa e un’Unione Europea più democratica e trasparente, per fare passi avanti verso l’uguaglianza delle opportunità e scommettere su un’economia più dinamica e innovatrice.
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EH Bildu
Juaristi di EH Bildu scommette “sull’unità delle forze favorevoli alla sovranità dei popoli e su rafforzamento della collaborazione” tra le nazioni senza Stato, non solo in Spagna ma in tutta Europa, ricordando che anche piccole forze politiche aragonesi, asturiane e canarie hanno confermato l’alleanza come nel 2014. “Condividiamo una tradizione e una cultura alla collaborazione tra nazioni storica, contro la negazione permanente da parte dello Stato spagnolo ad accettare il diritto a decidere liberamente e democraticamente il nostro presente e il nostro futuro”. Juaristi ha aggiunto anche un passaggio sulla situazione internazionale oltre a quella dello Stato spagnolo: “chi pensa che dopo i referendum di Scozia e Catalogna si sia chiusa una fase storica dell’Europa si sbaglia, noi lavoreremo senza sosta affinché arrivi presto il momento di tutti i nostri popoli. Siamo convinti che se lo faremo assieme il momento arriverà prima. La soluzione è sommare forze, rafforzando la collaborazione tra Catalogna, Euskal Herria e Galizia in termini di azione politica, confronto democratico e difesa dei diritti fondamentali, a Madrid, a Parigi e a Bruxelles, lavorando fianco a fianco con altre nazioni senza Stato”.
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Bloque Nacionalista Galego
Da parte sua il rappresentante del BNG galiziano Ruben Cela ha affermato che il popolo catalano, basco e galiziano hanno “diritto alla piena facoltà decisionale per superare il sistema che protegge i privilegi delle élite e che reprime la dissidenza politica”. Cela ha poi letto il manifesto “Ahora Repúblicas, democrazia, libertà, diritti” nel quale la coalizione elettorale denuncia la situazione di “involuzione democratica”.
L’eurodeputata Ana Miranda ha affermato che “è un’onore far parte di questa coalizione per lottare contro il fascismo e per difendere i valori democratici, dei nostri settori produttivi e degli interessi dei galiziani. Sappiamo che se c’è il BNG, c’è la Galizia. Sono una donna di parola, perseverante, rinnovo il mio impegno per smentire, passo-passo, tutte le bugie dello Stato. In Europa continuerò a parlare dei temi galiziani: pesca, agricoltura, risanamento dei fiumi, industria; ma anche di difesa dei diritti delle donne, delle persone sfortunate nel mondo e del potenziamento delle relazioni con i popoli fratelli. Non accetto le cose che non posso cambiare, cambio le cose che non posso accettare” ha concluso citando Angela Davis.
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Asturiani, aragonesi e canari
Andecha Astur [Solidarietà asturiana], il piccolo partito della sinistra indipendentista repubblicana ha annunciato l’adesione al progetto di lista unica in un incontro al quale ha preso parte l’esponente di EH Bildu Josu Juaristi assieme alla rappresentante di asturiana Llucía Marqués che ha presentato l’iniziativa come “un progetto sociale fattibile di trasformazione sociale in tutti gli ambiti” e come “una risposta ai desideri del popolo asturiano”: con l’impegno e l’unità d’azione si scommette su un messaggio contro il catastrofismo generale e favorevole ad una via d’uscita alternativa per le Asturie.
A rappresentare l’Aragona la piccola formazione Puyalón, la sinistra indipendentista aragonese che tra il 2004 e il 2008 è fuoriuscita dal partito Chunta Aragonesista per le sue posizioni autonomiste e socialdemocratiche. I repubblicani aragonesi sono in piena fase di radicamento e organizzazione ma sulla spinta della repressione spagnola nei confronti dei vicini catalani stanno vivendo un momento di crescita e scommettono sui temi del femminismo, dei diritti LGBT, della riorganizzazione rurale e dell’ecologia.
La partecipazione canaria alla lista è rappresentata dalle tre forze indipendentiste impegnate in un processo di unità dell’area rappresentato nelle reti sociali dall’etichetta #UnidadIndependentista: dall’estrema sinistra di Unidad del Pueblo, al partito indipendentista CNC – Congreso Nacional de Canarias – che si batte per la creazione di una repubblica Canarie progressista, democratica e pacifica con venature africaniste e berberiste, per finire con l’ANC – Alternativa Nacionalista Canaria, un’organizzazione che si prefigge di proporre “un’alternativa per esercitare la sovranità popolare e per la costruzione di uno spazio politico democratico, economico, sociale e culturale nel quale il popolo canario possa lottare per i diritti che non riesce ad esercitare nella realtà”.
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Il manifesto politico
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Il manifesto politico della coalizione sostiene che la democrazia e i diritti fondamentali “sono oggi in pericolo” in Spagna e in Europa a causa delle politiche di austerità e delle politiche “restrittive nel campo dei diritti politici e civili”.
Partendo da una “chiara difesa” del diritto all’autodeterminazione, Ahora Repúblicas fa appello a “tutte le persone democratiche dello Stato spagnolo” affinché appoggino questa candidatura contro “l’involuzione, la repressione, l’attacco ai diritti civili e politici, la disuguaglianza sociale, la precarietà, il maschilismo e l’odio verso il diverso”.
“Di fronte a uno Stato spagnolo che nega e reprime con tutti i mezzi le nostre rivendicazioni e i nostri diritti come popoli – situazione che si rispecchia anche nell’esistenza di tanti prigionieri politici ed esiliati come negli attacchi contro istituzioni o azioni totalmente democratiche – Ahora Repúblicas si presenta come il migliore strumento democratico per difendere le libertà, i diritti nazionali e sociali e una democrazia degna di questo nome”, dice il manifesto.
La coalizione chiama all’azione “contro il fantasma dell’autoritarismo che percorre l’Europa e il mondo”.
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Consultazioni precedenti
Per avere un quadro sommario delle possibilità di successo elettorale della coalizione possiamo ricordare che alle scorse elezioni europee del 2014 Esquerra aveva ottenuto 630mila voti e due eletti nel Parlamento Europeo mentre la lista “I popoli decidono” che vedeva uniti EH Bildu e BNG ottenne 330mila voti con un eletto. I baschi e i galiziani optarono per il sistema della staffetta a metà legislatura.
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Autonomisti e indipendentisti moderati
Nel frattempo le forze politiche come il Partido Nacionalista Vasco e il PDeCat del presidente Puigemont non hanno ancora definito la modalità di presentazione alle elezioni europee di maggio. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Vanguardia nell’area dei partiti indipendentisti moderati e autonomisti la situazione è alquanto tesa: il partito Coalición Canaria avrebbe minacciato l’uscita dall’alleanza se Puigdemont e l’ala catalana più indipendentista si sommeranno alla coalizione. Un’ulteriore ostacolo alla realizzazione di una forte lista europea moderata, se si tiene in conto anche l’attuale fase di riorganizzazione degli indipendentisti catalani di quella che fu la vecchia Convergencia che si sono recentemente riposizionati in una nuova forza politica denominata Crida Nacional.
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