Parallelamente al processo di disconnessione della Catalogna dallo Stato spagnolo si sta consumando una vicenda simile tra Iraq e Kurdistan meridionale. Con la differenza che le autorità irachene invitano al dialogo mentre quelle spagnole si negano da anni.
Il parlamento iracheno ha approvato ieri una mozione con la quale rigetta il referendum di autodeterminazione che il Kurdistan meridionale ha organizzato per il 25 settembre. I deputati kurdi non erano presenti in aula, un modo per dissentire e criticare la decisione.
Un rappresentante istituzionale del governo kurdo ha affermato in risposta che il parlamento locale saprà come rispondere istituzionalmente e agirà per la creazione di uno Stato kurdo. Obiettivo storico sin dalla fine della prima guerra mondiale quando le potenze occidentali hanno disegnato il Medio Oriente dividendo i kurdi tra Iraq, Turchia, Siria e Iran.
Il primo ministro iracheno Haider al-Abadi concorda con la decisione del parlamento statale e definisce il referendum come anticostituzionale e prevede l’attuazione di tutte le contromisure necessarie a preservare l’unità dello Stato.
In un messaggio diretto rivolto al presidente del Kurdistan meridionale Masud Barzani, il premier iracheno ha scritto “chiedo al leader kurdo di venire a Bagdad per dialogare.