Durissimo editoriale di The Times sulle gestione spagnola del caso catalano. Alcuni stralci tradotti.
LA SPAGNA, DI NUOVO
I pesanti tentativi di Madrid di imprigionare i leader indipendentisti catalani rendono indegna la sua autorità morale. Dall’ottobre dello scorso anno, il governo spagnolo ha gestito costantemente la spinosa questione del separatismo catalano con avventatezza, pesantezza e un evidente desiderio di peggiorare la situazione. Alla fine della scorsa settimana, un giudice della corte suprema spagnola ha emesso mandati di arresto internazionali per sei leader catalani fuggiaschi accusati di ribellione. Ieri, l’ex presidente catalano Carles Puigdemont è stato arrestato in Germania. Se è estradato, e sembra probabile, potrebbe affrontare fino a 30 anni di carcere”.
Hanno schierato la polizia antisommossa per sequestrare urne elettorali e per sparare ai catalani di tutte le età con proiettili di gomma. Centinaia di persone sono state ricoverate. Il referendum è stato dichiarato illegale in accordo alla Costituzione spagnola e i tribunali hanno ordinato alla polizia di impedirlo. Le immagini dei dissidenti attaccati nei seggi elettorali non hanno giovato alla difesa dell’unità spagnola. Neanche quel che è successo dopo è servito d’aiuto, il Governo ha commissariato la Generalitat, ha convocato forzosamente nuove elezioni e tredici politici catalani sono stati imprigionati o sono in esilio.
Il fatto che tutte le decisioni siano state prese dai giudici e non dai politici rende ancora più evidente il piano di Madrid per frustrare gli indipendentisti nell’immobilità. Mariano Rajoy non ha fatto nessuna mossa reale per capire perché una parte così significativa dei catalani spera nell’indipendenza. Lo Stato spagnolo ha una paura esistenziale rispetto ai movimenti indipendentisti catalani e baschi.
Ma questa non è una scusa per trattare un movimento pacifico come se fosse un pericoloso esercito ribelle. L’indipendenza non è una buona idea, sopratutto per lo Stato spagnolo. C’è bisogno di tornare ad una atmosfera tranquilla grazie alla quale la maggioranza dell’indipendentismo possa accettare maggiore autogoverno e stabilità.