Masud Barzani ha rinunciato alla presidenza del territorio kurdo amministrato dall’Iraq. In una lettera indirizzata al Parlamento ha annunciato che il suo mandato terminerà nei prossimi giorni.
“Sono stato un combattente peshmerga e resterò tra gli amati peshmerga per continuare a lottare per i nostri diritti, per i diritti del popolo kurdo e per custodire le nostre conquiste”, ha scritto. Le elezioni convocate dopo il recente referendum di indipendenza sono state posticipate di otto mesi. Per questo motivo il presidente ha chiesto alla Camera di occuparsi dei doveri e dei poteri del presidente affinché non si produca un vuoto di potere.
Barzani, 71 anni, ha vinto le elezioni nel 2005 e ne 2009 e dal 2013 ha allungato il suo mandato per decisione del Parlamento kurdo senza elezioni. Le sue dimissioni coincidono con i negoziati tra le autorità kurde e il governo iracheno per mettere fine alla crisi post referendum di indipendenza celebrato il 25 settembre che ha visto la vittoria del Sì.
Il governo iracheno ha adottato una serie di rappresaglie economiche e ha lanciato una campagna militare per prendere controllo dei territori che erano gestite dall’esercito kurdo. Barzani ha accusato ieri Baghdad di usare il referendum come pretesto per attaccare i kurdi. Ha assicurato che l’operazione è stata pianificata e che avrebbe avuto luogo anche in assenza di referendum.
Barzani ha accusato anche il suo alleato statunitense per esser rimasto in silenzio quando i kurdi sono stati attaccati con armi prodotte dagli Stati Uniti d’America. Ha inoltre ricordato agli USA e a Baghdad che senza il lavoro dei peshmerga lo Stato Islamico non sarebbe stato distrutto in Iraq e la città di Mosul non sarebbe stata liberata.