Se gli esponenti politici europei e i più compassati o timorosi organi di informazione adottassero la metà della franchezza del Times la condizione dei prigionieri politici e la situazione istituzionale tra Stato spagnolo e Generalitat de Catalana non sarebbe la stessa.
Il prestigioso quotidiano inglese dedica il suo articolo più importante, l’editoriale del 1 febbraio 2019, all’imminente processo ai leader indipendentisti catalani che avrà luogo a Madrid a partire dal prossimo 12 febbraio.
Il titolo recita: “I 12 catalani: l’Inquisizione spagnola”. Come se non bastasse questo livello di durezza, il sommario spiega: “Il caso legale che coinvolge i politici separatisti è una prova per la giustizia di Madrid”.
La preoccupazione diffusa tra molti organi di informazione, nonché nelle stanze del potere dell’UE, è che il processo agli indipendentisti possa essere squisitamente politico. Leggiamo alcuni passi.
“Il sistema giudiziario spagnolo deve dissipare i timori facendo in modo che si tratterà di un giudizio giusto. Il modo in cui si comporterà lo Stato spagnolo nei prossimi mesi determinerà se il processo sarà utile a voltare pagina rispetto alla crisi o la confermerà”.
“I dirigenti indipendentisti hanno commesso una serie di errori e di imprudenze con la convocazione di un dubbio referendum, dichiarando l’indipendenza – violando la costituzione spagnola del 1978 che proclama l’indissolubile unità della nazione spagnola – e pensando che i governi stranieri avrebbero dato supporto alla loro causa”.
“Le immagini delle dure cariche della polizia spagnola contro i votanti e i tentativi di sequestrare le urne sono diventati virali in tutto il mondo e hanno ottenuto la fama, se non la simpatia ufficiale, per i leader catalani. Anche la persecuzione e l’arresto dei dirigenti da parte di Rajoy è stata pesante. Jordi Sánchez è stato imprigionato da sedici mesi in attesa di giudizio. Sette dirigenti catalani, compreso l’ex-presidente Carles Puigdemont, sono tuttora esiliati”.
“La crisi del 2017 ha alimentato un risorgimento del nazionalismo spagnolo che era stato inattivo per quarant’anni, dalla fine del fascismo. Molti spagnoli temono che se la Catalogna riuscisse nel suo tentativo di rendersi indipendente, altre regioni proverebbero a farlo e il Paese si disintegrerebbe. La crescita del nuovo partito di destra Vox, che ha recentemente ottenuto 12 scranni nel parlamento regionale andaluso, rispecchia chiaramente la rabbia diffusa, contro la percezione che Madrid ha tollerato i secessionisti in Catalogna e nel Paese Basco per troppo tempo. Il primo ministro, Pedro Sánchez, confida nei partiti secessionisti catalani per mantenere in vita il governo socialista di minoranza”.
L’editoriale contiene anche una considerazione sibillina sulla situazione di “calma apparente”. Sembra che in Inghilterra conoscano molto bene le caratteristiche profonde del sistema di potere politico e giudiziario del Regno di Spagna.