03-10-2017 Sciopero generale in Catalogna. Lo sciopero ha ricevuto sostegno da sindacati, associazioni, partiti, imprese, istituzioni di ogni livello. Decine le strade urbane ed extraurbane bloccate da presidi di manifestanti e dai trattori degli agricoltori. L’iniziativa sta assumendo dimensioni e caratteristiche notevoli.
19:00 Il PP ventila l’inabilitazione di Puigdemont e accusa Junqueras di nazismo. Il portavoce parlamentare PP Rafael Hernando ha chiesto che vengano inabilitati dirigenti pubblici che convocano scioperi generali. “Un governo convoca uno sciopero generale e i lavoratori perderanno un giorno di lavoro. Non è bene ottenere con la violenza cose antidemocratiche e illegali”. Lo sciopero “ha modi nazisti” perché “Puigdemont e Junqueras hanno deciso di trasformare la Catalogna in una specie di situazione in cui il nazismo torna e recupera forza in Europa”. “ERC e la CUP desiderano che ci siano morti in Catalogna”. Hernando ha accusato esplicitamente il vicepresidente catalano Oriol Junqueras di fare una “politica di tipo nazista” e molestare e dividere, per trasformare le persone in macchine che non pensano alle conseguenze delle loro azioni.
Esquerra Republicana de Catalunya, il partito di Junqueras, ha comunicato che denuncerà il portavoce del PP per queste dichiarazioni “intollerabili”. Secondo gli indipendentisti repubblicani Hernando sta “solamente cercando di dividere, incitare all’odio e provocare incidenti” e sta “banalizzando il fascismo in modo intollerabile”.
19:00 Il ministro dell’Interno catalano chiede al suo omologo spagnolo di ritirare la polizia. “La decisione migliore è ritirarsi e rispettare la volontà di un paese che voleva votare in pace”. Così ha scritto Joaquim Forn, ‘ministro’ catalano agli Interni rivolgendosi al suo omologo spagnolo Juan Ignacio Zoido che stamattina aveva inviato un messaggio agli agenti dei corpi di polizia: “Sappiamo cosa rappresentate e garantiremo tutti i vostri diritti. Chiedo alla Generalitat di non imporre nulla con la forza. Prenderemo le misure necessarie. Le leggi vanno rispettate da tutti”. Zoido annuncia “misure per proteggere” la Guardia Civil e i Mossos. Il ministro spagnolo ha risposto a Forn assicurando che nessun corpo di polizia lascerà la Catalogna e ha descritto le proteste come “molestie che rappresentano odio e totalitarismo”. “Questi eventi tumultuosi sono la diretta conseguenza delle parole del signor Puigdemont che ha chiesto che la polizia andasse via dalla Catalogna”.
18:50 Rigoberta Menchù, Premio Nobel per la Pace, condanna la repressione spagnola. Rigoberta Menchù, ambasciatrice UNESCO, condanna le cariche violente della polizia spagnola: “Esprimo la mia energica condanna per la repressione dello Stato spagnolo verso il popolo catalano nell’àmbito del suo diritto all’autodeterminazione”.
17:50 Si dimette dal PP una consigliera municipale a causa della “brutalità” della polizia. La consigliera PP del Comune di Palamòs, Vanessa Manyik, ha lasciato il Partito Popolare a causa della profonda delusione e disaccordo sulle cariche della polizia definite “brutali”. “Da settimane ho provato profondo disaccordo con le scelte del Governo centrale e non posso continuare a metterci la faccia, il PP non mi rappresenta.
17:50 Il PSOE incolpa e condanna la vicepresidente del consiglio Saenz de Santamaria degli incidenti violenti della polizia. Mossa arguta dei socialisti: un capro espiatorio di nome Soraya. E Mariano vivacchierà ancora.I socialisti chiedono la riprovazione della vicepresidente del governo spagnolo, la popolare Soraya de Saenz de Santamaria. In una conferenza stampa la portavoce PSOE Margarita Robles ha annunciato che il suo gruppo sta preparando un’interpellanza urgente con la quale si chiede che la vicepresidente parli al Congresso per spiegare e assumersi le responsabilità degli ordini che il suo dipartimento ha dato ai corpi di polizia nella giornata del primo ottobre. La portavoce socialista ha anche rimarcato che è inconcepibile che il Parlamento Europeo parlerà del caso catalano e quello spagnolo ancora non lo ha fatto. Il PSOE afferma che “le polizie hanno ricevuto istruzioni politiche direttamente dalla vicepresidenza e questi ordini hanno provocato aggressioni che ci hanno fatto criticare dalla comunità internazionale. Tutti questi scontri sono stati provocati da Soraya Saenz de Santamaria e noi li condanniamo”.
17:20 La Magistratura spagnola avalla l’azione delle polizie contro il referendum. Le metodiche “non hanno colpito la convivenza dei cittadini” perché gli agenti hanno agito “per legittima difesa” e incolpa il Governo catalano per la sua “irresponsabilità” nel convocare concentrazioni “tumultuose”. La magistratura spagnola si oppone quindi a investigare sull’azione delle polizie e chiede che si indaghi solamente il caso dell’azione della polizia in una scuola. “Le polizie hanno agito per eseguire l’ordine dei giudici di impedire il referendum”. A seguito delle cariche della polizia la Generalitat catalana aveva sporto denuncia contro la Policia Nacional e la Guardia Civil considerando le loro azioni come “violente e sproporzionate, turbative della quiete pubblica”. Il giudice ha risposto che le azioni della polizia “hanno colpito senza dubbio le numerose persone che in modo irresponsabile erano state convocate dal Governo catalano che era al corrente dell’illegalità del referendum”. “Gruppi di persone si sono uniti volontariamente e in modo coordinato in modo tumultuoso per impedire agli agenti della polizia di compiere il loro dovere. Per dirla con De Andrè: “Assoluzione e delitto, lo stesso movente”.
13:20 Puigdemont e Junqueras, presidente e vicepresidente catalani invitano alla pace e al senso civico. “La pace e la dignità ci hanno portati fino qui. L’esito finale dipende dal fatto che resteremo fedeli a questi principi. Avanti!”. “Con tutta la calma e la sernità. Andiamo alle manifestazioni con l’atteggiamento che caratterizza la nostra società”.
12:00 Mossos d’Esquadra. Ieri sera a Mataró durante una grande manifestazione per rispondere agli attacchi violenti della polizia spagnola i manifestanti intonano l’inno catalano proprio davanti alla caserma dei Mossos che escono, si schierano e si mettono sull’attenti. Alla fine dell’inno gli stessi Mossos applaudono le migliaia di persone concentrate.
12:00 Gilles Simeoni, Presidente della Corsica: “Vittoria del sì e della democrazia. La mobilitazione pacifica del popolo catalano è più forte di quella “soldatesca” di Rajoy. Da ricordare”.
12:00 Il sindacati CCOO e UGT catalani hanno indetto lo sciopero generale contro il parere dei segretari spagnoli. Nonostante le centrali sindacali di Madrid fossero contrarie allo sciopero generale in Catalogna per non rendersi complici dell’indipendentismo i segretari catalani di CCOO e UGT hanno scelto di indire lo sciopero generale. Javier Pacheco, segretario generale del sindacato CCOO-Catalunya: “Le aggressioni alla democrazia necessitavano di una risposta unitaria. Abbiamo chiamato imprese, istituzioni, lavoratori e tutti i cittadini a dare una risposta unitaria. Le istituzioni stanno dando ampio supporto allo sciopero generale”.
12:00 Anche i Vigili del Fuoco partecipano in massa allo sciopero. Centinaia di Vigili del Fuoco stanno sfilando per le vie di Barcellona tra gli applausi della gente.
09:00 Antoni Abad, presidente della CECOT (organizzazione che raggruppa più di 6mila imprese) aderisce allo sciopero generale: “Siamo arrivati a questo punto per l’incapacità assoluta del governo spagnolo. Il presidente del Governo spagnolo è come il direttore generale della compagnia “Spagna Spa” e ha fallito pesantemente nella gestione. L’incapacità di gestire il potere esecutivo è evidentissima. Le dichiarazioni dei leader politici spagnoli non porteranno a nessun progresso. Chiedo mediazione, altrimenti la soluzione non sarà semplice”.
02-10-2017 Giorno successivo al referendum
19:00 Il segretario del PSOE chiede a Rajoy di aprire il dialogo e esige spiegazioni per le violenze. Il segretario generale del PSOE Pedro Sanchez si è riunito con il presidente del governo spagnolo Mariano Rajoy. I socialisti parlano in un comunicato di “crisi istituzionale in Catalogna”. Secondo il testo Sanchez ha riportato a Rajoy “profondo rifiuto per le cariche della polizia che hanno prodotto centinaia di feriti”. Inoltre annuncia che il gruppo parlamentare del PSOE “esigerà delle spiegazioni e delle responsabilità” all’esecutivo ma non spiega come. Il testo assicura che Sanchez ha chiesto a Rajoy che si “impegni ad aprire un il confronto con Podemos e con il resto delle forze politiche con rappresentazione parlamentare per affrontare la crisi catalana”. Ha anche chiesto che “apra negoziati immediatamente con il presidente della Generalitat Puigdemont per stabilire un dialogo che oggi è più necessario che mai”.
18:00 I Vigili del Fuoco catalani: “Condanniamo unanimemente la violenza della polizia usata ieri contro la popolazione della Catalogna. I Vigili del Fuoco danno supporto ai feriti”. Il messaggio è accompagnato da un video in cui i Vigili schierati fuori da una stazione applaudono la gente che ricambia e fanno suonare la sirena di un mezzo al grido di “i pompieri saranno sempre con voi”.
17:15 Donald Tusk, Presidente del Consiglio d’Europa: “Ho parlato con Mariano Rajoy. Condivido le sue argomentazioni costituzionali, chiedo di cercare strade per evitare un peggioramento della situazione e l’uso della forza”.
17:00 Manifestazioni e concentrazioni in corso. A Barcellona in via Laietana centinaia di persone si stanno concentrando presso il Comando Superiore della Polizia dove sono presenti svariati mezzi spagnoli. Nei pressi della sede della Prefettura spagnola la polizia presidia l’ingresso in assetto antisommossa armata anche di fucili che lanciano palle di gomma del diametro di circa 5 centimetri. La gente grida “assassini / andatevene codardi / non toccate i nostri anziani”. Un cordone di sicurezza dei Mossos si frappone tra la polizia e i manifestanti. A Girona e LLeida migliaia di persone in strada.
16:15 Björk dedica alla Catalogna il suo pezzo “Declare independence”.
L’artista islandese ha twittato il video suo suo singolo aggiungendo il messaggio “For Catalonia”.
16:00 L’ONU chiede un’indagine indipendente e imparziale sugli atti di violenza della polizia spagnola. L’Alto Commissario dell’ONU per i Diritti Umani, Zeid Ra’ad, chiede un’indagine indipendente e imparziale sugli atti di violenza della polizia di domenica in Catalogna dopo essersi detto molto “turbato” dalla violenza di domenica.
“Sono molto turbato per la violenza in Cataglogna. Con centinaia di persone ferite, chiedo urgentemente alle autorità spagnole che assicurino un’indagine rigorosa, indipendente e imparziale su tutti i fatti di violenza”, ha affermato Zeid in un comunicato. “Le risposte della polizia devono essere sempre proporzionali e necessarie”, ha aggiunto il massimo responsabile per i diritti umani dell’ONU.
“Credo fermamente che la situazione attuale vada risolta con il dialogo politico, con totale rispetto delle libertà democratiche”. L’Alto Commissario ha fatto un appello al governo spagnolo affinché accetti “senza remore” le richieste di visita di tutti gli esperti in diritti umani dell’ONU che lo desiderino.
15:00 Lavoratori di Radio Nacional de España denunciano “pressioni interne ed esterne” per far sì che non ci fossero dirette sul referendum e avvertono che in questo modo la Radio perde credibilità e non ottempera al suo dovere di servizio pubblico. Il comunicato del Consiglio dei lavoratori dell’Informazione. “Consideriamo inaccettabile che la radio pubblica non abbia avuto una programmazione speciale per seguire il primo ottobre in Catalogna. E’ illogico e desolante esser sembrati distanti dall’importanza di una giornata che la gente ha seguito e la cui importanza è indiscutibile solamente guardando la copertura del resto dei mezzi di informazione nazionali e internazionali.
Risulta incomprensibile che dopo mesi in cui la maggior parte dei radiogiornali hanno aperto con l’iniziativa indipendentista, alimentando la rilevanza di un giorno come oggi, ci si sia comportati come in un qualsiasi altro giorno, con bollettini in diretta su Radio 5, ma senza alterare minimamente la programmazione.
I cittadini che si sono sintonizzati su Radio 1 e Radio 5 cercando la cronaca diretta della giornata hanno trovato reportage o musica che non c’entravano niente. Disattendere in modo così eclatante la nostra missione di servizio pubblico non fa che aumentare il soffocamento, il discredito e l’irrilevanza che sta patendo RNE.
Va notato che Radio 4 ha trasmesso due speciali che, anche se sono stati decisi all’improvviso viste le circostanze, hanno finito per dare una copertura più proporzionale rispetto ai fatti, grazie all’impegno dei professionisti. Quel che lamentiamo, una volta ancora, è la mancanza di pluralità degli analisti ai quali si ricorre.
Informare oggi non era facile. E ancor meno per l’emittenza pubblica, sempre sotto la lente e con la credibilità incrinata. Per questa ragione, vogliamo esaltare e apprezzare il lavoro di tutti coloro che hanno fatto parte di questa copertura e che hanno svolto il loro lavoro responsabilmente e con pluralità, nonostante la pressione interna ed esterna. Particolarmente ringraziamo i colleghi catalani che hanno dovuto far fronte, in un solo mese, a due temi intensi e sensibili come il referendum e gli attentati di agosto.
Dinamiche come queste dimostrano che è urgente che si concretizzi prima possibile la “presidenza consensuale” così come richiesto dalla legge”.
14:30 Fernando Martinez Maillo, Coordinatore generale PP: “Quel che è successo ieri è una manipolazione, c’è gente che ha votato 12 volte. Gli unici responsabili sono Puigdemont, Junqueras e la CUP. Vogliamo far notare l’unità dei democratici. Questa sera grazie alle riunioni con PSOE e Ciudadanos l’unità verrà rinforzata. Chiedo a Puigdemont di non prendere decisioni a caldo. Se Puigdemont è disposto a correggere possiamo dialogare, ma non negoziare. Il dialogo sarà sempre nell’ambito della legge.
13:50 Carles Puigdemont, presidente catalano: “Oggi è il giorno internazionale della nonviolenza. Abbiamo deciso di creare una commissione speciale per le violazioni dei diritti di ieri. Ci sono decine di denunce di cittadini e molto materiale audiovisuale. Hanno sequestrato urne e schede elettorali, denunceremo tutto questo. La commissione sarà formata da personalità del governo catalano e da elementi esterni. Noi ci costituiremo parte civile, quel che è successo non può rimanere impunito. Esigiamo il ritiro degli effettivi delle polizie. Vogliamo che sia specificato il costo dell’operazione. La situazione consiglia la mediazione, qui ci dev’essere un osservatore terzo internazionale. C’è da mettere fine alla restrizione delle libertà e creare un buon clima per mediare. Il governo spagnolo deve essere disposto a mediare. Da molto tempo siamo disposti a mediare. Il mediatore va accettato da noi e dalla Spagna. L’amministrazione elettorale sta lavorando per avere i risultati definitivi. Sono state colpite 893 persone, ci sono 4 ospedalizzati e 72 denunce. Il referendum è valido. Hanno tentato di intimidire collegi e paesi da meno di 300 abitanti. Abbiamo fatto tutto e abbiamo ottenuto tutto. Ci sentiremo dire molte volte che non possiamo farlo, ma il popolo è forte. Abbiamo visto che la forza dello Stato non ha limiti, ma neanche la nostra forza pacifica. Anche se non abbiamo ancora i risultati definiti, quando li avremo il Parlamento catalano prenderà una decisione. Lo Stato deve rispettare la carta dei diritti fondamentali e non lo fa.
L’UE dovrebbe patrocinare la mediazione. Abbiamo vinto il diritto ad essere ascoltati. Nessuno degli inviti che abbiamo inviato al governo spagnolo ha avuto risposta. Non vogliono riconoscere che c’è un problema. Se Rajoy mi chiama per parlare io rispondo. Abbiamo fatto questo percorso con la CUP e lo finiremo assieme. In questa mediazione serve un impegno per ripristinare la normalità. Un partito politico non può decidere se sono o non sono un buon interlocutore. La Comunità Europea non ha cambiato posizione ma sicuramente ha cambiato tono. L’alternativa non può essere quella di rimanere come siamo. Il risultato del referendum è vincolante, per questo lo abbiamo convocato. Non vogliamo una rottura traumatica, vogliamo parlare. L’unica convocazione elettorale prevista è quella delle elezioni costituenti. La gente vuole parlare di Catalogna. A me hanno detto letteralmente che di questi temi non vogliono neanche parlare. Non dirò niente sul fatto che la casa reale non ha detto niente. La transizione non ha automatismi ma avanza. Non mi sembra che abbiamo contribuito alla tensione che si sta vivendo. Anche se non gli piace quel che sta succedendo, prima o poi dovranno riconoscerlo. Diciamo alle autorità spagnole che il primo ottobre è passato e il loro impegno è finito. Ringrazio il lavoro dei giornalisti che hanno lavorato in condizioni complicate. Noi catalani siamo cittadini dell’UE come quelli di altri paesi. Se ci colpiscono ci devono difendere, non possono guardare dall’altra parte. La violenza è stata vista da tutti, non hanno niente da dire in Europa?”.
12:50 Varie manifestazioni in corso in tutta la Catalogna. Fonti giornalistiche e delle reti sociali
segnalano manifestazioni spontanee in corso a
Barcellona dove gli studenti hanno formato un corteo
improvvisato di migliaia di persone che sta raccogliendo l’appoggio dei passanti e degli automobilisti. Davanti a molti municipi in tutta la Catalogna i sindaci stanno celebrando con la popolazione degli atti pubblici di condanna della violenza delle forze dell’ordine contro i votati indifesi.
12:30 Conferenza stampa di Margaritis Schinas, portavoce Commissione Europea. “Secondo la Costituzione spagnola la votazione di ieri non era legale. Si tratta di un affare interno della Spagna. Se un referendum viene organizzato nei ranghi della Costituzione il territorio che esce dallo Stato rimane fuori dall’UE. Facciamo un appello al dialogo perché la violenza non è la soluzione. Rajoy deve risolvere la situazione. Le cancellerie di Junker e Rajoy sono in contatto, nel pomeriggio si sentiranno personalmente”. Il portavoce non conferma se la Commissione Europea accetterebbe o meno una dichiarazione unilaterale di indipendenza. “Non abbiamo tardato nel fare dichiarazioni, lo facciamo quando crediamo che sia il caso. Le nostre risposte si basano sui nostri contatti e su tutte le informazioni che abbiamo. Ogni costituzione ha i suoi valori e noi li rispettiamo. Ognuno può fare le considerazioni che vuole. Questa è una faccenda politica e bisogna stare attenti perché c’è una Costituzione di mezzo”. Schinas non conferma se le azioni della polizia siano state proporzionali ma dice che la violenza non è mai la soluzione. “Sono le parti coinvolte che devono dialogare. Noi non abbiamo nessun ruolo nella fase di dialogo”. Sul supposto ruolo della Russia a favore dell’indipendenza catalana Schinas dice “non parlerò di cose che non posso dimostrare. Dico solo che sono state fatte brutte cose ma non possiamo farci niente. La Commissione conferma che la politica sulle regioni continuerà ad essere una priorità nel futuro. La Commissione persegue lo sviluppo delle regioni d’Europa. La Spagna è uno Stato membro, il riconoscimento del Kosovo è avvenuto in un contesto molto speciale. Non è lo stesso caso della Catalogna. Noi ci appelliamo al dialogo perché vogliamo che tutto si metta a posto. L’ordine del giorno di domani per Juncker non include il tema catalano ma potrete fare domande. Faremo una dichiarazione sulla telefonata tra Juncker e Rajoy. La violenza non può essere uno strumento politico”.
11:30 Dichiarazioni di Ada Colau, sindaca di Barcellona. “Denunceremo ai giudici quel che è successo ieri a Barcellona. Non so quali ordini abbiano dato alla polizia, quelle di ieri non erano solo cariche di polizia. Ci sono state aggressioni fisiche, anche aggressioni sessuali. Quel che è successo ieri non è proprio di una democrazia e bisogna esigere delle responsabilità. Dopo molte ho potuto parlare con il rappresentante del governo spagnolo in Catalogna Millo per dirgli di abbandonare la politica. Il messaggio di ieri va oltre il fatto di impedire un referendum. Se era così chiaro che non fosse legale, perché si è intervenuti contro la popolazione? Ieri abbiamo visto un presidente codardo che manda la polizia per caricare. Lo Stato si dovrà far carico dei molti danni fisici alle persone. Auspichiamo che torni la normalità nelle scuole. Nel finesettimana c’è stato un clima di festa che ha unito persone molto diverse tra loro. Dobbiamo difendere i diritti e le libertà come la convivenza. Ora dobbiamo valutare la situazione per vedere come possiamo uscire da questo blocco. Sapete che noi non vogliamo una dichiarazione unilaterale di indipendenza. Non dobbiamo smettere di rivendicare sovranità. Eventuali arresti di alte cariche istituzionali pregiudicherebbero la situazione. La comunità internazionale si rende conto che la questione riguarda l’Europa”.
11:00 Oriol Junqueras, vicepresidente catalano. Dichiarazioni a RAC1. “Sicuramente molte persone di questo paese provano un’emozionata speranza. Ci sono state aggressioni ingiustificate che non si erano mai viste. Abbiamo fatto il possibile perché tutti si potessero esprimere. Questo descrive positivamente noi e negativamente quelli che non ci hanno lasciato votare. Hanno colpito la gente anziana, hanno spezzato le dita alle ragazze, hanno dato calci. Sono convinto che la maggioranza degli agenti della Guardia Civil e della Policia Nacional non condividono questo modo di agire. Quali garanzie possiamo avere se le cospirazioni del ministero dell’interno spagnolo hanno agito contro altri politici? Ricordiamo le alte cariche del governo arrestate il 20 settembre. Il referendum è stata una cosa straordinaria. In quale paese avremmo potuto vedere che dal nulla compaiono stampanti per fornire la scheda elettorale quando qualcuno la chiede visto che lo stato le stava sequestrando? E’ meraviglioso. Non parlo degli artefici di questo servizio, quando fai la carità non ti fai precedere da una banda di trombe per far sapere a tutti cosa fai. Saremo rispettosi di quel che i cittadini ci hanno detto. Anche la stampa internazionale guarda alla Catalogna. Ieri abbiamo visto scene raccapriccianti che sono state denunciate dalla gente. Dopo il primo ottobre credo che bisogni parlare di morale. Non rivelo la data dell’assemblea parlamentare per la dichiarazione unilaterale di indipendenza. Per ora c’è la convocazione di uno sciopero generale delle forze sindacali, stavolta convocata da tutti. In una lettera di Unamuno ad Azorin del 1971 c’è scritto: “Perderemo la Catalogna come abbiamo perso Cuba”. In Europa provano orrore, come noi. Merkel ha chiamato Rajoy, c’è molta gente preoccupata. L’articolo 155 della Costituzione (revoca dell’autonomia) è già applicato di fatto. Siamo responsabili di quel facciamo noi, non del male che fanno gli altri. Noi abbiamo realizzato il nostro impegno: ci sono state requisite le schede e le abbiamo ristampate. Non possiamo predire il comportamento degli altri nei prossimi giorni”.
10:00 Gerry Adams, Sinn Féin. “Urge supporto internazionale per la democrazia in Catalogna”
09:30 La stampa mondiale parla della “vergogna” spagnola. I quotidiani e le tv di tutto il mondo diffondono le notizie e le immagini della violenta repressione dello stato spagnolo contro i votanti indifesi. La parola “vergogna”, “fallimento”, sono diffuse.
Le Figaro: “Le violenze scavano il fossato tra Madrid e la Catalogna. Il referendum sull’indipendenza si è svolto nella più totale confusione”.
Frankfurter Allgemeine: “Scontri durante il voto in Catalogna”.
Financial Times: “Centinaia di feriti nei seggi elettorali per l’assalto della polizia al voto catalano”.
The Independent: “Catalogna in crisi. Centinaia di persone sono state ferite in un giorno di violento confronto per il voto regionale sull’indipendenza”
Libération: “Catalogna, il colpo di forza. Urne sequestrate, elettori manganellati, spari di palle di gomma, Madrid ha duramente represso il voto sull’indipendenza”.
Metro: “Forza bruta. Centinaia di feriti dalla polizia spagnola che cerca di fermare il referendum catalano”.
The National: “Il giorno della vergogna spagnolo. Centinaia di feriti dalla polizia spagnola che colpisce i votanti e spara proiettili di gomma. Il popolo catalano sfida la violenza per raggiungere uno storico voto per l’indipendenza. Le istituzioni del Regno Unito non condannano e non parlano della violenza degli stretti alleati”.
Pùblico: “Catalogna. Madrid perde il primo round”.
Corriere della Sera: “Violenza in Catalogna, voto nel caos. Referendum. Il governo di Barcellona “come ai tempi di Franco”. Il premier Rajoy: “una sceneggiata, noi tolleranti ma fermi”. Scontri e barricate ai seggi, centinaia di feriti. Sparati proiettili di gomma, la polizia locale si ribella”.
La Repubblica: “Catalogna, la polizia contro i votanti. “Si all’indipendenza”. Madrid: Illegale. Gli agenti irrompono nei seggi, oltre 840 feriti. Barcellona: domani sciopero generale, intervenga l’UE.
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09:00 I Paesi catalani, l’incubo peggiore dei Governi spagnoli, si stanno materializzando. Nelle Isole Baleari e nella Comunitat Valenciana manifestazioni in solidarietà con la Catalogna che ha sofferto repressione violenta da parte della polizia spagnola dal primo mattino. A Valencia migliaia di persone si sono mobilitate nel centro della città. La piazza del Comune si è riempita di persone e si sono sentiti cori come “Rajoy dimettiti / Votare non è illegale / Valencia sta con il popolo catalano”.
Anche a Castellò sono state organizzate manifestazioni di solidarietà. Ad Alicante un gruppo di manifestanti si è raggruppato in piazza dietro allo striscione “Per il diritto all’autodeterminazione, sì al referendum, no alla repressione”. Anche in cittadine più piccole come Tavernes de la Valldigna la gente si è concentrata in piazza davanti al Municipio.
A Palma di Maiorca, nelle Isole Baleari la gente si è data appuntamento in Piazza de Cort. Molte le bandiere indipendentiste catalane, manifesti per la democrazia e canti de l’Estaca. Ci sono state manifestazioni anche a Maò, Felanitx, Pollença, Porrere e Manacor.
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