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Referendum Catalogna – Notizie del 13-09-2017

13-09-2017   LA POLIZIA SPAGNOLA IMPEDISCE UN EVENTO DELLA CUP A VALENCIA

Ana Gabriel, deputata indipendentista della CUP

Secondo la CUP gli agenti hanno chiesto i documenti di identità ad Ana Gabriel e hanno affermato che la concentrazione era illegale in quanto si erano radunate più di venti persone. Il tutto è avvenuto poco prima dell’orario d’inizio previsto. L’iniziativa consisteva in una conferenza stampa pubblica per sostenere il Sì al referendum. A Palma, Perpignano e Barcellona eventi simili si sono potuti svolgere senza problemi.


13-09-2017   SINDACA BARCELONA DICHIARA CHE ANDRA’ A VOTARE. NEGOCIATI TRA GENERALITAT E COMUNE PER APERTURA SEGGI

La sindaca di Barcellona Ada Colau (BComù)

Il “numero due” di Ada Colau, Gerardo Pisarello sta negoziando con esponenti di Esquerra membri del Governo. Gli incontri sono confermati sia da ambienti comunali che governativi. Il PSC-PSOE, alleato di Colau in Municipio, non partecipa alle discussioni e non si occupa dei rapporti tra le due istituzioni. Non sembra che il patto tra Colau e PSC-PSOE possa essere messo in pericolo anche perché lo stesso segretario socialista spagnolo Pedro Sanchez ha affermato che il patto tra PSC e BComù non verrà rotto a prescindere dalle posizioni politiche sul referendum.
Da parte sua la sindaca di Barcellona ha dichiarato in una intervista che si recherà alle urne e che farà di tutto affinché i cittadini possano votare e affinché i funzionari e i dipendenti del Comune non siano messi in pericolo. Non è ancora chiaro se il Comune autorizzerà l’utilizzo dei seggi di sua competenza.


13-09-2017   MAGISTRATURA CONVOCA 712 SINDACI E ORDINA A POLIZIA CATALANA DI ARRESTARLI SE NON SI PRESENTERANNO

Il magistrato José Manuel Maza
Il magistrato José Manuel Maza

Più di 700 sindaci hanno dato supporto al referendum. Il magistrato generale dello Stato spagnolo, José Manuel Maza, ha ordinato la convocazione di 712 sindaci che hanno dato supporto al referendum. Maza afferma in un dispaccio ufficiale che qualsiasi azione delle autorità, dei funzionari pubblici o di singoli cittadini conniventi sarà giudicata come disobbedienza, prevaricazione dei poteri e malversazione di fondi pubblici.
I Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, dovrà arrestare nel più breve tempo possibile tutti i sindaci che non si presenteranno presso gli organi preposti per dichiarare sulle proprie azioni a favore del referendum.
Visto il gran numero di sindaci favorevoli al referendum il magistrato consiglia di perseguire con priorità quelli delle città più popolose.
La scorsa settimana, in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario, il magistrato generale aveva promesso una risposta “ferma ed energica” contro tutti coloro che si fossero attivati per l’organizzazione del “referendum illegale”.


13-09-2017   RAFAEL NADAL: “IL REFERENDUM CATALANO NON SI DEVE FARE”

Il tennista Rafael Nadal

Nel giorno della Diada catalana, il giorno della festa nazionale, il grande tennista nato a Manacor, nelle Isole Baleari, ha rilasciato un’intervista al quotidiano conservatore spagnolo El Mundo dalla sua stanza d’hotel di New York, reduce dall’ennesima vittoria di qualche ora prima (Open USA).
Alla domanda sul suo pensiero su prossimo referendum sull’indipendenza catalana del 1 ottobre risponde che “tutti dovremmo essere preoccupati. Chi non si preoccupa è perché non pensa alla Spagna in quanto tale. C’è un conflitto, bisogna risolverlo. E’ difficile, non esistono soluzioni facili, ma il mio sentimento è questo. Mi sento molto vicino ai catalani, mi sento anche molto spagnolo. Non concepisco una Spagna senza Catalogna. Non mi piacerebbe vederla. So che dovremmo comprenderci reciprocamente, senza dubbio, credo che bisogna fare uno sforzo per arrivare a capirci. Credo che siamo, senza dubbio, più forti uniti che separati. Così come la Spagna è migliore con la Catalogna anche la Catalogna è migliore con la Spagna, dal mio punto di vista. Credo che il referendum del 1 ottobre non debba realizzarsi perché ognuno deve rispettare le leggi. Ci sono leggi che sono quello che sono e non possiamo infrangerle perché così ci va. Io non posso passare col semaforo rosso perché non mi sembra giusto. E in Catalogna lo devono capire. Rispetto profondamente il sentimento di ciascuno e spero che si trovi una soluzione nella comprensione per poter continuare a vivere ancora molto tempo come Paese, perché è questo che siamo”.
Al di là delle opinioni del tennista è interessante notare come come grazie al processo di disconnessione catalano si stia affermando, in modo sottinteso, un dato di fatto mai accettato collettivamente in Spagna: l’unità culturale e potenzialmente politica di tutte le terre che compongono i Paesi Catalani. Che El Mundo interpelli Nadal, nato nella Comunità Autonoma delle Isole Baleari, sul processo di autodeterminazione catalano che, per ora, coinvolge solo la Comunità Autonoma Catalana, è un sintomo di questa dinamica.



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