Posted on

Referendum Catalogna – Notizie del 18-09-2017

18-09-2017   L’UNGHERIA ANNUNCIA CHE RISPETTERA’ LA VOLONTA’ DEI CATALANI

Zoltán Kovács, portavoce del governo ungherese

“Tutti dobbiamo rispettare la volontà delle persone, questo si chiama democrazia” ha detto Zoltán Kovács, portavoce del governo ungherese

L’Ungheria rispetterà la volontà del popolo catalano nel referendum di indipendenza del primo ottobre. “E’ la volontà delle persone che conta: questa è la nostra posizione” ha detto Zoltán Kovács, portavoce dell’amministrazione del primo ministro Viktor Orbán. La dichiarazione, fatta in una conferenza stampa a Bruxelles, risponde ad una domanda su quale posizione ha l’Ungheria rispetto al processo di disconnessione catalano. “Tutti dobbiamo rispettare la volontà delle persone. Questo si chiama democrazia”.


18-09-2017   IL MINISTERO DELLE FINANZE CONTROLLERA’ LE CARTE DI CREDITO DELLE PIU’ ALTE CARICHE DEL GOVERNO CATALANO

Il Ministero delle Finanze spagnolo ha avvertito i rappresentanti delle banche che non possono accettare le spese effettuate con le carte di credito delle alte cariche del Governo catalano che non siano preventivamente autorizzate dall’esecutivo spagnolo.
Questa misura, assicurano fonti interne al Ministero, fanno parte delle misure annunciate venerdì scorso dal ministro Montoro che aveva dato un ultimatum di 48 ore al presidente del governo Puigdemont per ricominciare a comunicare settimanalmente le spese catalane. Qualche giorno fa il vicepresidente catalano Junqueras aveva annunciato che il governo catalano non avrebbe più inviato comunicazioni e informazioni sulle sue spese al governo centrale motivando che questo tipo di controllo rispondeva alla politica e non alle finanze.
Con queste nuove misure restrittive lo Stato spagnolo vuole garantire che i rappresentanti istituzionali catalani non facciano spese collegate al referendum.
La Generalitat ha presentato un ricorso al Tribunale Supremo per provare a fermare l’offensiva del Ministro delle Finanze spagnolo Montoro. Il vicepresidente catalano ha affermato che l’esecutivo spagnolo sta cercando di far “collassare totalmente” le amministrazioni”, un modo di agire “irresponsabile”.


18-09-2017   OTEGI: “BASCHI E CATALANI POPOLI FRATELLI E COMPLICI. SI STA SCRIVENDO LA STORIA”

Il quotidiano Gara scrive che Arnaldo Otegi, coordinatore generale di EH Bildu, ha convocato una conferenza stampa in occasione della manifestazione di Bilbao convocata da Gure Esku Dago (GED) in solidarietà con il processo di disconnessione catalano. Otegi ha sottolineato l’importanza di quell’appuntamento e ha valutato la situazione catalana come “l’esercizio democratico più grande dell’Europa occidentale, qualcosa che entrerà nei libri di storia”.

Arnaldo Otegi e il logo della campagna per il Sì

Parallelamente, aggiunge, si noterà particolarmente il carattere “antidemocratico” dello Stato spagnolo. Dopo aver enumerato le aggressioni di questi ultimi giorni contro il governo catalano, il parlamento, i sindaci, le televisioni e altri mezzi di comunicazione, tipografie e semplici cittadini, Otegi ha affermato che anzi tutto è doveroso che i Paesi Baschi facciano un “esercizio di solidarietà” verso la Catalogna.
Ha ricordato che catalani e baschi sono due popoli storicamente gemellati e persino “complici” nel senso che hanno sofferto “tragedie storiche comuni”. Oggi “difendere la Catalogna è difendere i Paesi Baschi e i loro diritti nazionali”. Pertanto ha inviato alla mobilitazione non solo gli abertzales ma tutti i democratici.

Il leader di EH Bildu ha aggiunto un secondo importante motivo per partecipare alla manifestazione di Bilbao: dimostrare che anche Euskal Herria desidera poter agire la libera autodeterminazione come si sta provando di fare in Catalogna. Ha sottolineato il suo “grande desiderio che il referendum si celebri”.

Per questi motivi Otegi ha spronato a rispondere alla convocazione di Gure Esku Dago e di farlo con “assoluta serenità, senza perdere il sorriso e con la coscienza del fatto che stiamo scrivendo una parte della storia”.

Alla domanda dei giornalisti circa le dichiarazioni del presidente basco, il lehendakari Iñigo Urkullu, che ha affermato che il referendum del primo ottobre non gode di tutte le doverose garanzie democratiche, Otegi evita le polemiche limitandosi a dire che quelle parole “descrivono la posizione del presidente”. Immediatamente dopo Otegi ha detto che gli sono sembrate più interessanti le affermazioni del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e quelle della Segretaria di Stato statunitense dalle quali si conclude che la comunità internazionale sarebbe disposta ad accettare l’indipendenza catalana se vince il Sì e ad avere una normale relazione con lo Stato che nascerebbe da questo processo.


18-09-2017   REFERENDUM, LA PROPOSTA DI PODEMOS: PATTO TRA STATO E CATALOGNA

Podemos propone un’assemblea di eletti composta da sindaci, deputati, eurodeputati e senatori per costringere Rajoy a stringere un patto per il referendum. Podemos e le sue liste parallele locali hanno lanciato oggi una proposta per la creazione di un tavolo di dialogo con tutti i gruppi dell’opposizione e i sindaci, per trovare una soluzione concordata alla crisi politica catalana e ottenere un referendum concordato tra Catalogna e Stato spagnolo.

Domenech e Iglesias

Il leader di Podemos Pablo Iglesias ha assicurato che si tratterebbe di mettere in moto una “assemblea straordinaria” di eletti per rivendicare “dialogo e convivenza rispetto ad una situazione che sembra preoccupante”.

Secondo Iglesias questa assemblea potrebbe mandare al governo spagnolo un manifesto che suggerisca di “dialogare con la Generalitat per trovare soluzioni democratiche che permettano che tutti i catalani possano convocare un referendum concordato con lo Stato per decidere il loro futuro” e di “far cessare le politiche restrittive della libertà”.
Il leader di Catalunya En Comù, Xavier Domenech, ha assicurato che l’assemblea non pretende che “nessuno rinunci a niente”, ma aspira a “fermare la politica repressiva del PP” e a “chiedere che ci sia dialogo” che ponga fine a questa “eccezionalità”.
Iglesias ha aggiunto che “gli avvenimenti delle ultime settimane, con la proibizione di eventi e i sequestri di riviste, minacci ala convivenza democratica e mette in dubbio le basi costitutive della democrazia portando Catalogna e Spagna nell’eccezionalità”. Secondo Iglesias la situazione politica implica il dialogo per trovare “soluzioni politiche a problemi politici”. Bisogna “fare un passo”.


18-09-2017   PAESI BASCHI: 32 MILA PERSONE IN PIAZZA, SOLIDARIETA’ ALLA CATALOGNA

L’organizzazione basca Gure Esku Dago ha organizzato ieri pomeriggio a Bilbao una manifestazione alla quale hanno preso parte più di 32mila persone. Lo scopo dell’iniziativa è il sostegno alla democrazia e al diritto a decidere in appoggio al popolo catalano e al referendum del 1 ottobre. Erano presenti vari rappresentanti politici, sindacali, culturali e sociali.

Lo striscione di apertura della manifestazione di Bilbao

Tra i partecipanti Jasone Agirre e Arnaldo Otegi in rappresentanza della sinistra indipendentista di EH Bildu, Joseba Egibar e Jose Suso per il Partito Nazionalista Basco (PNV-EAJ), Garbine Aranburu per il sindacato LAB e Txiki Munoz per il sindacato ELA, Txutxi Ariznabarreta per il movimento Independentistak.
La manifestazione è stata aperta dalla trasmissione di un messaggio speciale arrivato dalla Catalogna dalla presidente del parlamento Carme Forcadell che si è rivolta al popolo basco: “Per noi è molto importante contare sul vostro appoggio affinché il 1 ottobre possiamo decidere sul nostro futuro liberamente e democraticamente”.
I responsabili organizzatori hanno letto dichiarazioni in Euskera, Castigliano, Francese e Inglese: “Oggi abbiamo dimostrato che siamo un popolo solidale e che questa solidarietà è parte della nostra identità”. Rivolgendosi direttamente ai cittadini, ai politici e ai giornalisti che in questo momento sono colpiti da persecuzioni legali e poliziesche, il portavoce di Gure Esku Dago (GED) Angel Oiarbide ha detto: “Amici e amiche catalani, vogliamo dimostrarvi il nostro rispetto e il nostro appoggio, siamo con voi. Riceviate un grande abbraccio dai Paesi Baschi”.
“Anche noi dobbiamo lavorare per il nostro cammino, con l’impegno di tutti e tutte, tessendo le nostre volontà, approfondendo gli accordi, disegnando un altro futuro, lavorando assieme, sognando assieme. Non è il momento di restare a guardare, ma di cominciare a camminare assieme, lavorare generando fiducia reciproca e creatività”.


18-09-2017   IL GOLPISTA TEJERO CHIEDE MANO PIU’ FERMA CONTRO IL REFERENDUM

Il golpista Antonio Tejero arma in mano nel parlamento spagnolo nel 1981

Il protagonista del tentato colpo di stato del 23 febbraio 1981 Antonio Tejero chiede mano più dura al Governo di Rajoy nei confronti del processo di disconnessione catalano.
Il golpista espone una serie di motivi in una lettera inviata a La Gaceta per riaffermare la sua richiesta: il suo colpo di stato mirava al cambio di governo spagnolo per “garantire l’unità della Patria”, invece “il colpo di stato che si sta preparando in Catalogna vuole ottenere la separazione della regione catalana dalla Patria”.
In secondo luogo ricorda la condanna che lui ha ricevuto per il suo golpe, definito da lui stesso “grande crimine” e afferma che “i secessionisti invece stanno violando molte leggi da molto tempo nella totale impunità e continuano a commettere crimini indipendentisti”.
L’ultimo punto della sua lettera fa notare come contro il suo colpo di stato dell’81 fu represso immediatamente. Tejero fa presente a Rajoy il suo malessere e gli chiede come mai non agisca contro gli indipendentisti quando “il loro delitto è molto più grave” del suo. “Le misure contrarie al referendum sono minime e si limitano a cercare schede elettorali”.
Tejero conclude auspicando una forte azione dello Stato prima del 1 ottobre per non dare legittimità a Puigdemont che “da tempo dovrebbe essere in carcere”.
Un’ultimo pensiero è rivolto alla Chiesa: “Tutti i cappellani che sventolano bandiere indipendentiste dovrebbero pregare per l’unità della Patria che tanto ha fatto per la religione cattolica”.


18-09-2017   L’UNIVERSITA’ E LA RICERCA PER IL Sì: MANIFESTO INTERNAZIONALE

Più di 1300 professori, ricercatori, tecnici e amministrativi, responsabili di università e centro di ricerca hanno firmato un manifesto in supporto del referendum d’autodeterminazione della Catalogna nel quale proclamano la loro volontà di votare Sì. Sono scienziati di tutte le università catalane pubbliche e private e di altre realtà al di fuori della Catalogna come Harvard, Virginia Tech, CNRS Parigi, Cambridge, Linz, Politecnico di Valencia, Salford, Losanna, Durham, Portsmouth, Como, Tokyo e New York.
Compaiono anche ricercatori impiegati nei centri di ricerca, laboratori, ospedali e imprese nel mondo.
Il manifesto è ancora aperto alla firma di coloro i quali vogliono impegnarsi nella realizzazione della possibilità di partecipare alla costruzione di un nuovo Stato, la struttura del quale possa permettere di sviluppare in modo più soddisfacente le potenzialità individuali e collettive. “L’alternativa, se rinunceremo, sarà continuare a subordinare le nostre vite all’arbitrarietà di uno Stato che ci è per lo più ostile”.
“Vogliamo far sì che l’educazione e la scienza, questa grande forza trasformatrice dell’umanità, continuino ad essere fondamentali nella costruzione del nuovo paese. Vogliamo che la Catalogna si metta a fianco delle nazioni più avanzate nella scienza e nella tecnologia che con i loro sforzi contribuiscono a fare del mondo un posto migliore da vivere”.
Il manifesto si chiude con un appello “ai nostri concittadini” affinché “ignorino le minacce di coloro che hanno come unico argomento l’uso irrazionale della forza e votino sì per fare della Catalogna una repubblica indipendente. Per un futuro migliore per noi e per i nostri figli”.



CRONOLOGIA DELLE ALTRE NOTIZIE DI QUESTO SPECIALE


 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.