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Referendum Catalogna – Notizie del 21/23-09-2017

23-09-2017  PUIGDEMONT PUBBLICA IL NUOVO LINK PER CONSULTARE LISTA DEI SEGGI

Ieri lo Stato spagnolo ha disattivato il sito della Generalitat che conteneva la lista delle sedi dei seggi elettorali del referendum. Stamattina il presidente catalano Puigdemont ha pubblicato su Twitter il nuovo collegamento per accedere alla lista accompagnato dalla considerazione “non si possono mettere porte nei campi“.


23-09-2017  EL PAIS SOSTIENE CHE DIETRO L’INDIPENDENTISMO CATALANO CI SIA LA RUSSIA

El Pais: “Il macchinario delle ingerenze russe penetra nella crisi catalana. La Rete globale che ha agito a favore di Trump e Brexit si dedica adesso alla Spagna”.
La trama della creazione e diffusione di notizie false della quale il governo russo si è servito per accentuare le divisioni tra Stati Uniti ed Europa si è messa a lavorare a favore dell’indipendentismo catalano. Portali internet con le sembianze di mezzi di comunicazione diffondono notizie false che trovano eco in migliaia di profili robotizzati nelle reti sociali come Twitter, secondo un’indagine di questi spazi digitali realizzata da questo quotidiano con strumenti di analisi sociale.
La propaganda pro russa, che ha difeso la Brexit, Donald Trump, Marine Le Pen e l’ultradestra tedesca, diffonde ora falsità come quella che l’Unione Europea possa espellere la Spagna a causa della risposta della giustizia e del Governo nei confronti del referendum illegale. Queste bufale sono rilanciate da attivisti dell’orbita russa come Edward Snowden e, sopratutto, Julian Assange, che usa le sue reti sociali per avvertire dell’arrivo di un’altra guerra civile.
Nel mentre gli indipendentisti proseguono con i loro piani strategici. Ieri si è saputo che tra i collegi elettorali scelti dal Governo catalano ci sono centro sanitari che resteranno aperti il primo ottobre. Inoltre, per evitare le multe imposte dalla giustizia che arrivano fino a 12mila euro al giorno, il Governo ha sciolto la giunta elettorale costituita per il referendum”.


23-09-2017  THE NEW YORK TIMES: LA CATALOGNA METTE ALLA PROVA RAJOY

“Il momento decisivo che sta vivendo la Catalogna mette alla prova l’istinto di sopravvivenza del leader spagnolo”. Con questo titolo il corrispondente del New York Times spiega la situazione del processo catalano e l’atteggiamento di Rajoy.
L’articolo racconta che la tattica di Rajoy è sempre stata quella di lasciar passare i problemi e non prendere decisioni, fino a quanto tutti i nodi tornano al pettine. Ora però il corrispondente del quotidiano nordamericano crede che questa “inattività” non sarà utile nel caso catalano.
“Ora pagherà un prezzo molto alto per la sua inattività e per aver creduto che la Catalogna fosse un problema che in qualche modo si sarebbe estinto da solo”, dice il testo. Dice anche che non è ben chiaro chi sia il responsabile di questo acuirsi della tensione ma assicura che “cresce il consenso a Madrid sul fatto che Rajoy ha perso le opportunità per negoziare”.
Questa riflessione del corrispondente nordamericano arriva dopo l’arresto di 14 incaricati del Governo che lavoravano alla preparazione del referendum. L’articolo assicura che le decisioni del presidente spagnolo che ha supportato gli arresti, è una “estrema dimostrazione di forza” che però può esplodere. Di fatto questo atteggiamento rafforza il movimento indipendentista.


Izquierda Unida, Alberto Garzon: l’accelerazione della repressione della polizia ordinata dal ministero degli Interni “non aiuta a rasserenare la situazione e riflette la miopia del governo”. “Il PP e i suoi soci di Ciudadanos stanno portando il paese su un cammino che può normalizzare la repressione”.


22-09-2017  PUIGDEMONT IRONIZZA SULLA REPRESSIONE SPAGNOLA ED EVOCA IL FRANCHISMO

Il presidente Puigdemont ha ironizzato sull’attracco nei porti catalani di tre navi dedicate ad ospitare la Guardia Civil. “Dopo aver atteso per tanti anni che i carri armati entrassero a Barcellona ora succede che invece arrivano le navi piene di polizia”

Puigdemont si è chiesto retoricamente “Come fa lo Stato spagnolo a pensare di evitarci l’entusiasmo dell’opportunità di creare una nuova costituzione, quella catalana, senza un militare franchista di fianco”. Inoltre il presidente ha detto che l’ordine di chiudere la pagina web per la consultazione delle sedi elettorali del referendum è una pratica propria dei paesi totalitari.
Ha criticato il fatto che la polizia spagnola e la Guardia Civil reprimano il referendum come se fosse da criminali e ha fatto notare che le navi costano 300mila euro al giorno. Puigdemont ha anche chiesto che la gente si impegni a votare. Ha assicurato che non solo si voterà per l’indipendenza ma anche sul fatto se si vuole stare in un paese come la Spagna nel quale si “sospendono le libertà democratiche e non si può avere opinioni diverse”. “Si può fare un nuovo Stato, dal basso e con la partecipazione di tutti e, per la prima volta, senza i vizi ereditati dal franchismo”.


22-09-2017  h17:00  La Commissione Europea ha riconosciuto oggi per la prima volta di avere “preoccupazione” per la Catalogna.

Il presidente della Commissione Europea Juncker e il suo portavoce Selmayr

Il portavoce di Jean-Claude Juncker ha assicurato che Bruxelles sta “attenta” alle “conseguenze” che può avere l’aumento della tensione tra Generalitat e Stato Spagnolo. Fino ad ora la posizione ufficiale della Commissione era di non pronunciarsi sulla questione vista solamente come un affare interno spagnolo.

“Sulla Catalogna posso solo dire che sono personalmente preoccupato per la situazione ma non aggiungerei altro rispetto a quel che ha detto la Commissione: questa cosa deve essere risolta in Spagna e tutto quel che potrei dire ora qui non aiuterebbe la situazione, però la stiamo seguendo con preoccupazione. Sì, dobbiamo stare attenti alla situazione e alle conseguenze in un senso o nell’altro” ha detto il capo di gabinetto di Juncker, Martin Selmayr, considerato uno dei politici più influenti a Bruxelles.

L’inizio di cambio di rotta della Commissione Europea si sta verificando dopo che la stampa tedesca sta esprimendo da ieri un forte malessere per la forma con la quale il presidente spagnolo Mariano Rajoy sta gestendo la situazione. Posizione alla quale si è aggiunto il quotidiano britannico The Times che chiede di accettare il referendum del primo ottobre.

Nel frattempo una cinquantina di eurodeputati di sei gruppi politici a Bruxelles da 18 Stati differenti hanno chiesto al presidente spagnolo che “fermi immediatamente” le “azioni repressive” contro la Catalogna e apra un “dialogo politico”. In una lettera gli eurodeputati assicurano che il referendum di autodeterminazione è “una rivendicazione politica legittima dei catalani”.


22-09-2017  h17:00  LA MAGISTRATURA DENUNCIA PER SEDIZIONE I LEADER SANCHEZ E CUIXART

La magistratura generale dello stato spagnolo ha presentato una denuncia per sedizione contro Sanchez e Cuixart, responsabili dell’ANC e di Omnium Cultural, con pene previste che possono arrivare a quindici anni di prigione per le autorità pubbliche.
La decisione nasce per dare risposta alle manifestazioni e alle concentrazioni di Barcellona del 20 settembre, giorno del colpo di stato contro la Generalitat. Nello scritto si indicano direttamente come responsabili del reato i leader Jordi Sanchez e Jordi Cuixart in riferimento ai loro interventi in piazza che invitavano alla mobilitazione permanente fino al momento della liberazione dei detenuti e alla celebrazione del referendum.
Si fa anche riferimento ai danneggiamenti dei mezzi della Guardia Civil e al fatto che gli agenti che hanno perquisito il dipartimento economico della Generalitat non sono potuti uscire dagli uffici fino a tarda notte a causa della presenza dei manifestanti in strada. Si citano anche problemi causati al traffico automobilistico dalle manifestazione.
Secondo la denuncia la manifestazione della sera ha generato una situazione di estrema tensione e le guardie civili sono dovute essere scortate dai Mossos d’Esquadra quando sono usciti dal dipartimento economico alle sette del mattino perché ancora rimanevano migliaia di manifestanti.
Il testo parla anche di attacchi alla sede del PSC-PSOE della quale sono stati rotti dei vetri e sostiene che militanti socialisti sono stati aggrediti. Si parla anche di problemi di circolazione per i mezzi della polizia a causa del fatto che la gente si è seduta sull’asfalto per rendere difficoltosa la circolazione.


22-09-2017  h15:00   TUTTI GLI ARRESTATI DEL 20 SETTEMBRE SONO ORA LIBERI


22-09-2017  h10:00   OGGI MANIFESTAZIONI PRESSO CITTA’ GIUDIZIARIA DI BARCELLONA. NEL FRATTEMPO LA GUARDIA CIVIL PERQUISISCE ALTRE TIPOGRAFIE

Questa mattina le entità per l’autodeterminazione hanno dato appuntamento ai manifestanti presso la città giudiziaria di Barcellona che si sta riempendo di persone. I mezzi della Guardia Civil sono in borghese. I palazzi giudiziari sono presidiati dai Mossos d’Esquadra, la polizia autonoma catalana. Ci sono voci sul fatto che il corpo dei Mossos potrebbe essere commissariato dallo Stato, scavalcando quindi la scala gerarchica di comando catalana.

Nel frattempo la Guardi Civil stamattina ha perquisito una ditta di imballaggi in cerca di schede elettorali. L’intervento si è concluso con un nulla di fatto e i responsabili della ditta hanno chiarito agli agenti che loro non si occupano di stampa tipografica.


22-09-2017   UN MAGISTRATO EMERITO DEL TRIBUNALE COSTITUZIONALE SOSTIENE CHE TECNICAMENTE IL REFERENDUM NON PUO’ ESSERE “ILLEGALE”.

Un magistrato emerito del Tribunale Supremo spagnolo afferma che tecnicamente il referendum non è “illegale” e assicura che i sindaci non hanno “disubbidito”.

Un magistrato emerito, José Martin Pallìn, afferma che si sta distorcendo la Costituzione per impedire il referendum.
“Si parla continuamente di referendum illegale ma non è così. Il Tribunale Costituzionale non dichiara ‘illegale’ una legge. La dichiara costituzionale o incostituzionale. Non c’è disubbidienza”.
“Il reato di disobbedienza, finché non cambieranno il codice pensale, è un reato contro l’Amministrazione Pubblica e, che io sappia, il Tribunale Costituzionale, non lo è”.


22-09-2017  h14:00 “LO STATO SPAGNOLO SI STA PREPARANDO A PRENDERE IL CONTROLLO DEI MOSSOS, LA POLIZIA AUTONOMA CATALANA

Secondo il “ministro” dell’Interno catalano Joaquim Forn, lo Stato sta creando le condizioni per giustificare la presa di controllo diretta dello Stato sulla polizia autonoma catalana, i Mossos d’Esquadra. Ha assicurato che questo è dimostrato dalla lettera che il Ministro degli Interni spagnolo, José Ignacio Zoido, ha inviato al Governo catalano comunicando il rafforzamento dei corpi dello Stato in Catalogna e nella quale si parla di “mobilitazioni tumultuose”.
Forn ha spiegato che lo Stato potrebbe usare l’articolo 38 della legge dei Corpi e Forze di Sicurezza dello Stato. Questo articolo dice chiaramente che se le autorità dello stato lo ritengono necessario possono assumere le funzioni di sicurezza anche dei corpi autonomi.


22-09-2017 EDITORIALE DEL TIMES MOLTO DURO CONTRO RAJOY

Il quotidiano The Times, grande mezzo di comunicazione conservatore del Regno Unito, ha pubblicato un editoriale sulla situazione catalana dal titolo “Repressione in Catalogna”. Chiede al presidente spagnolo Rajoy di consentire il referendum. Secondo il quotidiano il governo spagnolo avrebbe dovuto usare argomenti per evitare l’uso della forza “se avesse voluto evitare la rottura nazionale”. “La Spagna sta passando la sua più grande crisi costituzionale dalla fine della dittatura di Franco. La deriva della provincia catalana verso l’indipendenza sfida i fondamenti dell’esistenza della Spagna come Stato unitario”.
The Time è molto lontano dalla visione che esprimo i mezzi di comunicazione spagnoli sul processo indipendentista e vede possibile che i catalani votino il primo ottobre. Secondo il giornale le misure coercitive saranno sconfitte quando i catalani “voteranno tra 10 giorni”.
Il quotidiano attacca il presidente spagnolo perché a suo modo di vedere “sta alimentando la crisi invece che calmarla”. “Il governo spagnolo deve permettere che il referendum si faccia, anche se è contrario alla costituzione, trattandolo nello stesso modo con cui ha affrontato la consultazione simbolica sull’indipendenza del 2014. Cioè dica che non è giuridicamente vincolante. Madrid può vincere con questo argomento senza l’uso della forza o senza mandare minacce sproporzionate, cercando di intercettare il senso comune dei catalani che in generale capiscono i benefici di far parte integrante della Spagna. I sondaggi dicono che una grande maggioranza dei catalani vuole un referendum ma la popolazione si divide sull’indipendenza”, argomenta con pragmaticità il quotidiano britannico.


21-09-2017 L’agenzia Reuters afferma che Merkel e altri dirigenti europei sono preoccupati per le azioni di Rajoy in Catalogna. L’agenzia stampa internazionale descrive la preoccupazione crescente nell’UE per la politica del governo spagnolo.
La Reuters ha pubblicato un reportage che spiega che le istituzioni europee e i capi dei governi degli Stati membri dell’Unione guardano con preoccupazione le azioni di Rajoy in Catalogna. “Gli amici della Spagna temono una crisi sempre maggiore e nonostante il supporto pubblico nascondono una certa inquietudine perché la tattica della manodura del presidente del consiglio conservatore gli si può ritorcere contro”.


21-09-2017  h21:30    PUIGDEMONT PARLA ALLA NAZIONE. MESSAGGIO ISTITUZIONALE INTEGRALE

“In queste ultime ore la società catalana e la vita istituzionale del paese hanno ricevuto un colpo fuori misura e manchevole di tutte le garanzie democratiche a causa di una azione decisa dal governo presieduto da Mariano Rajoy, che ha allontanato ancora di più lo Stato spagnolo dai paesi che godono delle migliori pratiche democratiche.
Il presidente Rajoy ha oltrepassato questa settimana molte linee rosse. Sono stati arrestai membri del Governo catalano, si sono perquisite abitazioni personali e uffici, si sono chiusi siti internet, si è impedito la spedizione di riviste, si è sospesa di fatto l’autonomia della Catalogna bloccandone i conti bancari della Generalitat. Tutto il macchinario dello Stato spagnolo è orientato a impedire che i catalani votino il primo ottobre.
Gli arresti, il modo esagerato con il quale si sono prodotti, l’opacità e la confusione che le hanno circondate, hanno colpito soprattutto le famiglie coinvolte in questi abusi, l’ambiente di lavoro e gli amici. Naturalmente non sono giorni facili per noi, specialmente per i dipendenti pubblici che in questo momento ancora sono privati della libertà per aver difeso il diritto di tutti noi a poter votare.
Non sono giorni facili, certamente, ma noi ci sentiamo forti. Mentre lo Stato spagnolo agisce come un regime nel quale l’autorità della forza cresce inversamente all’autorità morale, ci sentiamo ogni volta più sostenuti dalla cosa più importante che ha il popolo catalano: la sua gente. Nel XXI gli Stati non cambiano con la forza bruta ma con la forza della gente; e di questa forza fortunatamente ne abbiamo molta. Perciò, cari cittadini e care cittadine, ci sentiamo completamente sostenuti e preparati per affrontare gli impegni che arrivano.
Il primo di ottobre si terrà il referendum di autodeterminazione che abbiamo convocato. Si farà perché abbiamo previsto piani per garantirlo, ma sopratutto si farà perché ha il supporto dell’immensa maggioranza della popolazione che è stufa della prepotenza e degli abusi del governo del PP. Non è per decidere un vincolo politico con lo Stato ma se vogliamo vivere in un regime pienamente democratico che rispetti le libertà. Così l’hanno inteso anche migliaia e migliaia di cittadini che hanno manifestato contro lo stato spagnolo e in solidarietà con il popolo catalano e i suoi diritti, e ai quali voglio mandare il mio apprezzamento fraterno per il coraggio e l’impegno.
Mi voglio appellare alla gente affinché continui a difendere la celebrazione del referendum fino al 1 ottobre stesso, con lo stesso entusiasmo, civismo e fermezza che ha usato finora. Se tutti saremo uniti e continueremo ad agire con la stessa convinzione e lo stesso senso civico, sono completamente sicuro che vinceremo la sfida che ci lancia uno Stato autoritario”.


21-09-2017    I MEDIA CATALANI PARLANO DEL SUPPORTO SARDO AL REFERENDUM

Vilaweb scrive: “Deputati Sardi chiedono al governo regionale che stampi e conservi le schede elettorali per il referendum catalano.
Il Consiglio Regionale sardo ha approvato all’unanimità una mozione nella quale esprime solidarietà con il popolo catalano

E’ curiosa la proposta dei partiti sovranisti e indipendentisti, ma anche di alcuni consiglieri di Forza Italia e Partito Democratico, di chiedere al governo sardo di offrire alla Generalitat la sua disponibilità per stampare e stoccare il materiale elettorale, per assicurare la celebrazione del referendum.

Stamattina il Consiglio Regionale di Sardegna – l’equivalente del parlamento – ha approvato all’unanimità una mozione nella quale chiede alla comunità internazionale che faccia un “utile intervento” per garantire che i catalani possano esprimersi liberamente sulla propria autodeterminazione”.


21-09-2017  h12:30   PICCOLA MANIFESTAZIONE UNIONISTA NEOFRANCHISTA MENTRE I MANIFESTANTI PER IL Sì RIEMPIONO LE RAMBLAS

Un piccolo gruppo di persone di estrema destra unionista si è radunato di fronte alla caserma della Guardia Civil del quartiere barcellonese di Gràcia. Espongono uno striscione con l’acronimo ACAF – All Cops Are Friends (Tutti i poliziotti sono amici) e urlano slogan contro il voto al referendum

Intanto il Passeig Lluis Companys è strapieno di manifestanti per il Sì convocati delle entità sovraniste davanti al Tribunale per chiedere democrazia e l’immediata scarcerazione degli amministratori pubblici arrestati ieri nell’operazione Anubis. Studenti delle università barcellonesi occupano la via Diagonal. Alle manifestazioni si aggiungono le più alte cariche istituzionali catalane come Carme Forcadell e, per la prima volta, la delegazione unitaria di Podem/Podemos.

Barcellona, 21-09-17, ore 12:30

Joan Tardà, deputato al parlamento spagnolo di ERC: “Inviamo un messaggio di solidarietà ai detenuti e alle loro famiglie. Apprezzo la risposta pacifica della cittadinanza catalana e spagnola”.

Lucia Martinez, esponente del partito di Ada Colau “En Comù”: “Quello che ta succedendo è gravissimo, deve finire l’attacco alle libertà democratiche”

Joan Rigol, ex presidente del Parlamento catalano: “L’arroganza e la prepotenza dello Stato non ci fanno paura”.

Edward Snowden descrive la “repressione della Spagna” come “violazione dei diritti umani” contro la Catalogna e diffonde un articolo che il presidente Puigdemont ha scritto per The Guardian. L’attivista Edward Snowden, ex analista dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti d’America, conosciuto per aver rivelato il programma di vigilanza di massa delle comunicazioni attraverso internet in tutto il mondo, ha condannato oggi la repressione che lo Stato Spagnolo sta attuando in Catalogna.  “Il diritto all’autodeterminazione significa che la gente possa decidere liberamente il proprio sistema di governo. E semplicemente non può essere illegalizzato, è un diritto umano. Rajoy e libero di opporsi all’indipendenza catalana ma attraverso la persuasione, non la violenza. L’uso della forza per fermare il voto è oppressione”.

L’Associazione degli Scrittori in Lingua Catalana invita alla partecipazione al referendum. Critica la risposta dello Stato che definisce come “iperbolica, caratterizzata da un iperlegalismo istrionico. Ciascuno voti ciò che vuole. Ma nessuno manchi. Perché ora non è in gioco solamente il futuro del paese. Ci stiamo giocando anche la libertà di espressione, la dignità di essere cittadini in pieno diritto”.

Geert Bourgeois, presidente delle Fiandre, fa appello alla mediazione internazionale tra Catalogna e Spagna.  Bourgeois lamenta la recente crescita della tensioni da parte del potere giudiziario e delle forze di polizia e invita il governo spagnolo a sedersi e parlare. Nel caso in cui non fosse possibile chiede l’intervento della comunità internazionale. Il capo dell’esecutivo fiammingo condanna i 14 arresti da parte della Guardia Civile di cariche del governo catalano.

Assicura che questo non è ammissibile perché quello catalano è un governo democraticamente legittimato.


Alex Salmond
, ex ministro della Scozia, ha dato il suo supporto al referendum del primo ottobre. Lo ha fatto attraverso un messaggio in rete nel quale ha supportato il diritto di decidere dei catalani. Ha preso parte all’appello lanciato dal quotidiano The National che ha invitato i lettori a farsi una fotografia con il poster pubblicato in quarta di copertina in cui compare una grande Estelada con un grande Sì e la frase “Noi supportiamo il diritto a decidere della Catalogna”.

La prima ministra scozzese Nicola Sturgeon ha chiesto il rispetto del diritto all’autodeterminazione catalano. In in intervento nel parlamento scozzese “preoccupa tutti” che lo Stato spagnolo “neghi il diritto di un popolo ad esprimere democraticamente la sua volontà.Il diritto all’autodeterminazione è un principio internazionale importante e spero che venga rispettato in Catalogna e in tutto il mondo”. Sturgeon ha anche ricordato l’accordo tra Londra e Edimburgo per la celebrazione del referendum del 18 settembre 2014: “è un esempio brillante che potrebbe essere usato dallo Stato. E’ totalmente legittimo che la Spagna si opponga all’indipendenza catalana. Ma credo che ciò che preoccupa è che uno Stato neghi il diritto di un popolo ad esprimere democraticamente la sua volontà”.
L’intervento della prima ministra viene dopo quello della responsabile degli affari esteri del suo governo Fiona Hyslop che ha diramato un comunicato nel quale si reclama il rispetto al diritto all’autodeterminazione catalano. Diversi deputati dello SNP (Scottish National Party) hanno scritto una lettera al presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk chiedendo che intervenga nella situazione catalana.

Pep Guardiola parla ancora del referendum e del futuro della Catalogna. L’allenatore ha approfittato della conferenza stampa dopo la vittoria del Manchester City contro il West Ham per dire la sua: “L’unica cosa che vogliamo, immagino che tutta Europa lo sappia, è votare. Non chiediamo l’indipendenza, chiediamo di votare. E questo non c’entra con l’indipendenza, c’entra con la democrazia. Perché c’è la possibilità che la gente non voglia l’indipendenza. Il popolo catalano ha dimostrato un grande senso civico per l’ennesima volta. In queste situazioni non è facile controllarsi, e lo hanno fatto”. Riferendosi ai rappresentanti istituzionali catalani Guardiola ha detto che “siamo in buone mani, faranno quello che chiede il popolo. Sono convinto che le reazioni saranno civili e positive e che il primo ottobre, come ha detto il presidente Puigdemont, andremo a votare”. Guardiola ha pubblicato su Twitter foto delle grandi manifestazioni del 20 settembre esprimendo ammirazione verso i politici e la popolazione per la loro determinazione, perseveranza e civiltà.

Il Barça condanna la repressione dei diritti della Catalogna con l’impedimento da parte del governo spagnolo di celebrare il referendum. Il club blaugrana ha manifestato attraverso un comunicato che “condanna qualsiasi azione che possa impedire il pieno esercizio di questi diritti”. La realtà sportiva più importante della Catalogna si è mostrata fedele alla difesa del paese e ha voluto esprimere pubblicamente il suo supporto a tutte le persone, associazioni e istituzioni che sono state colpite dagli avvenimenti delle ultime ore. Nonostante abbia una base sociale molto ampia nel mondo il Barcellona ha voluto esprimere il suo rispetto per tutte le ideologie ma ha ribadito che sarà sempre al fianco del popolo catalano. In questo modo il club segue la linea adottata nel passato mese di maggio quando sottoscrisse il patto nazionale per il referendum.


21-09-2017  h13:00   RIUNIONE IN CORSO AL PARLAMENTO SPAGNOLO TRA LE OPPOSIZIONI

Riunione in corso nel Parlamento spagnolo tra i partiti di governo catalani ERC e PDeCat, la coalizione valencianista Compromis, Podemos, Izquierda Unida, i baschi di EH Bildu e PNV sulle azioni del governo spagnolo in Catalogna.


21-09-2017 IL PARLAMENTO DELLA NAVARRA CONDANNA L’INTERVENTO DELLO STATO IN CATALOGNA

Il sit-in istituzionale in Navarra

La presidente navarra Uxue Barkos ha preso parte al sit-in istituzionale organizzato all’esterno del parlamento al quale non hanno preso parte PSOE, PP e UPN (Unione Popolo Navarro) alleata dei popolari.
Approvato un documento in cui si chiede al governo spagnolo di “interrompere la sua strategia repressiva delle libertà fondamentali e dei principi democratici. Si esprime “solidarietà con il popolo catalano e le persone e le istituzioni che stanno soffrendo la repressione politica e antidemocratica del governo spagnolo”. Il parlamento navarro “auspica un’uscita democratica, unica soluzione possibile per un conflitto politico”.
I deputati indipendentisti di EH Bildu hanno abbandonato i loro scranni in segno di rispetto per il popolo catalano. “Non possiamo continuare le normali attività parlamentari perché quel che sta succedendo alla società catalana potrebbe essere esteso ad altre comunità”.


21-09-2017  h14:00 INTERVENTI IN PIAZZA DEI RESPONSABILI DELLE ASSOCIAZIONI E DELLE ITITUZIONI

Jordi Sànchez, ANC (Assemblea Nazionale Catalana): “Questo Stato, la Catalogna, è imbattibile. Ieri si sono sorpassate tutte le linee rosse accettabili. Niente sarà uguale a prima da ieri. Non faremo un solo passo indietro. Nessuna persona democratica resta indifferente a quel che sta succedendo. Coloro i quali non si vergognano di quel succede non credono nella propria stessa legge. Siamo qui per difendere tutte le persone che sono state arrestate ieri, non sono delinquenti, sono cittadini di questo paese che hanno solo lavorato affinché il referendum si possa svolgere e si possa votare democraticamente. Tutta questa energia la mettiamo a disposizione dell’obiettivo principale che è votare. Nessuno ha più potere di ciascuno di noi. Rajoy non potrà impedire il referendum, la nostra forza sono i voti e le urne. Comportiamoci civilmente, con allegria e festa. Non cadiamo nelle loro provocazioni. Non potranno fare niente se la gente c’è. Forza Catalogna!

Cuixart, Omnium Cultural: “I detenuti non hanno commesso alcun crimine. Siamo qui per riaffermare un impegno, non abbandoneremo nessuno lungo il cammino, non siete soli, se attaccano uno attaccano tutti. Ai giovani dico che sono un esempio di lotta, resistenza e impegno per il paese. Il popolo catalano sta impedendo un vero colpo di Stato. Non vogliamo sapere più niente di questo Stato. Ne abbiamo abbastanza. Abbiamo di fronte uno Stato come la Turchia, non rispetta le libertà di espressione. Le urne elettorali non mordono! Il nostro è un atto di dignità collettiva. Ai popoli di Spagna e d’Europa diciamo che siamo loro fratelli, le nostre libertà sono le vostre. Il mondo sta vedendo con sempre più chiarezza che lo Stato è un oppressione. Mancano 10 giorni, siamo forti. Faccio appello ai sostenitori del Sì e a quelli del No. Questo popolo non sarà uguale a prima, stiamo facendo una rivoluzione. Viva la terra, viva i Paesi Catalani e viva Catalogna!”.

Jordi Gaseni, AMI (Associazione Municipi per l’Indipendenza): “Arriveremo fino alla fine, a nome della presidente dell’AMI ringrazio tutti i sindaci. Con questa fermezza e con questa determinazione voteremo sicuramente”.

Carme Forcadell, presidente del parlamento catalano: “Oggi siamo qui per difendere i diritti e le libertà democratiche. Chiedo la libertà dei detenuti perché hanno lavorato per difendere i nostri diritti”. Agli arrestati dice “Non siete soli, vi vogliamo con noi. Non ci fermeremo fino a quando non lo avremo ottenuto. Ci ritroveremo qui fin quando non lo avremo ottenuto. Non siete soli, avete un popolo dietro, siete i nostri eroi. Non abbiamo paura! Risponderemo fermamente e senza cadere in provocazioni, che è quello che vogliono. Siamo un popolo pacifico. Il primo ottobre andate a votare con dignità, per la Catalogna e per il futuro”.

Xavier Domènech, Podemos: “In milioni ci mobiliteremo per difendere i nostri prigionieri politici. Il popolo catalano, con tutte le sue diversità, risponderà come è sempre stato. Un popolo. Signor Rajoy, ci vediamo il 1 ottobre. Lei non sopravviverà alla forza di popolo”.

Ernest Benach (ERC), ex presidente del Parlamento catalano: “Quando il popolo vuole una cosa la ottiene”. Nonostante gli arresti dei responsabili istituzionali e dei tecnici del Governo.

 


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