In una intervista rilasciata al quotidiano catalano Ara lo specialista in diritto internazionale e in diritti umani Alfred de Zayas ha dichiarato che è opportuno chiedere al Comitato per i Diritti Umani dell’ONU di impedire l’estradizione di Puigdemont.
De Zayas dal 2012 è nominato esperto indipendente delle Nazioni Unite per la promozione democratica e per un’equo ordine internazionale. Ma è anche stato segretario del Comitato dei Diritti Umani e tra i massimi responsabili dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite.
De Zayas spiega alla giornalista Nuria Orriols che non difende l’indipendentismo catalano bensì il diritto all’autodeterminazione di cui ogni popolo dispone, come riconosciuto dal Patto Civile dei Diritti Politici. Secondo l’esperto internazionale ci sono diverse definizioni di “popolo” ma sicuramente il popolo catalano risponde alle caratteristiche richieste dal Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici. Aggiunge che il sistema di protezione europeo dovrebbe vigilare affinché sia rispettato il Convegno Europeo dei Diritti Umani e che quello che è successo il primo ottobre 2017 non sarebbe mai dovuto succedere in un paese europeo.
Rispetto al fatto che per la Spagna il referendum continua ad essere illegale De Zayas avverte che con il feticismo legale non si trovano soluzioni: ciò che serve è flessibilità e dialogo. Le leggi infatti, possono essere sbagliate e possono violare i diritti umani.
L’intervista affronta anche il tema della possibile mediazione di organi internazionali o Stati terzi. Si fa il nome della Svizzera, che avrebbe offerto ripetutamente la sua disponibilità a mediare tra i governi spagnolo e catalano, ma la Spagna non ha mai accettato l’offerta.
De Zayas non entra nel merito e non vuole dare maggiori dettagli ma dichiara di aver proposto al segretario generale dell’ONU di prendere in considerazione la libera autodeterminazione come una delle sue priorità, perché non si tratta di un processo che si verifica solo in Catalogna: potranno nascere dinamiche simili in Africa, in Asia e in molti paesi. Quando un popolo è cosciente della propria identità e non può svilupparsi nell’ambiente in cui vive, se il governo centrale non offre un livello di autonomia percepito come sufficiente, questo popolo vorrà la secessione. De Zayas aggiunge di non essere a conoscenza del livello percentuale della popolazione che opta per l’autonomia, l’indipendenza o lo status quo e che l’unico modo per saperlo è attraverso un referendum aperto e sotto osservazione dell’ONU.
Sull’arresto in Germania del presidente Puigdemont, Alfred De Zayas afferma che nessuno Stato può arrestare o estradare una persona per reati politici come quelli contestati al presidente catalano in quanto la Convenzione di Ginevra sui diritti dei rifugiati si può applicare a Puigdemont. Per De Zayas in gioco sono la democrazia e la credibilità dell’Europa.
Infine De Zayas si pronuncia sugli ennesimi arresti di responsabili politici e istituzionali tra cui un candidato alla presidenza della Generalitat: arrestare politici per aver espresso la propria opinione sulla libera determinazione o per aver organizzato o aver dato supporto al referendum è incompatibile con il Patto dei Diritti Civili e Politici. I politici, secondo De Zayas, possono essere arrestati dopo un processo giudiziario se hanno commesso reati di corruzione o altri reati comuni, ma in nessun caso per aver esercitato le loro funzioni di politici eletti. Tanto più se non hanno mai incitato alla violenza o non hanno preso parte a manifestazioni violente. Non c’è nessuna giustificazione per metterli in custodia cautelare. Per De Zayas se questi casi di arresto arrivassero al Comitato dei Diritti Umani dell’ONU sarebbero giudicati come violazioni del Patto Internazionale e sarebbero indagati dall’ONU come detenzioni arbitrarie riguardo all’indipendenza dei giudici, la libertà di espressione, il diritto alla manifestazione.
Una riflessione a parte è dedicata da De Zayas al conflitto tra il diritto all’autodeterminazione e alla volontà degli Stati di preservare l’integrità del loro territorio: l’autodeterminazione viene prima rispetto all’integrità territoriale ma nella prassi del diritto internazionale questa gerarchia viene applicata in modo aleatorio in quanto il potere è detenuto dagli Stati che, se vogliono, vanno oltre il diritto internazionale.