Lluis Rabell, presidente di CSQP, il ramo catalano di Podemos, omaggia Fidel Castro su Twitter citando il presidente cubano come figura indelebile nella memoria dei popoli che lottano per la propria emancipazione.
Se inquadriamo questa frase nell’attuale fase della vita politica catalana non possiamo non notare uno strabismo tra il citato anelito internazionalista all’emancipazione dei popoli e i mille distinguo che Podemos pone tra il diritto all’autodeterminazione del popolo catalano e la sua effettiva indipendenza.
Questo internazionalismo a senso unico, che legittima e sostiene l’indipendentismo degli altri popoli ma non il diritto all’autodeterminaizone del proprio, è una dinamica rintracciabile in vasti settori della sinistra statale, anche in Sardegna.
Ma restando in Catalogna, al di là del giudizio politico e storico su Castro, la frase di Rabell non può non farci ricordare come l’indipendenstismo catalano contemporaneo abbia avuto inizio proprio a Cuba dove indipendentisti esiliati come Francesc Macià, a capo dello storico partito Estat Català, diedero vita all’Assemblea Costituente del Separatismo Catalano che nel 1928 approvò la Costituzione Provvisoria della Repùbblica Catalana, assumendo come suo simbolo principale la bandiera stellata catalana ideata agli inizi del Novecento e ispirata alle bandiere di Cuba e di Porto Rico, visti come esperienze esemplari nella lotta indipendentista contro l’impero spagnolo.