Il quattordicedimo congresso del PP valenziano ha confermato domenica 2 aprile 2017 la sua presidente Isabel Bonig. Il primo ministro spagnolo Rajoy ha salutato la rielezione e ha affermato che grazie al voto del 2019 i popolari torneranno a governare la Comunitat Valenciana.
Con le sue prime dichiarazioni la neo-rieletta presidente del PPCV (Partit Popular de la Comunitat Valenciana) ha chiesto a Rajoy azioni concrete per impedire il contagio del separatismo catalano nel territorio valenziano: un trattamento equo per València rispetto alle altre regioni, ottimizzazione del servizio di approvigionamento idrico, investimenti economici e finanziamenti.
Bonig ha ricordato a Rajoy che occorre riconoscere ai popolari valenziani la loro lealtà, il rispetto per la Costituzione e per lo Statuto d’autonomia, tenendo presente che la terra valenziana “è molto ricca e i suoi abitanti e le sue imprese dispongono della capacità imprenditoriale e innovativa per aspirare all’indipendenza e bastare a se stessi”. Nonostante questo “qui non ha mai vinto il separatismo o il nazionalismo”. A buon intenditor…
Un’allerta di lungo corso
Già nell’agosto 2015 la presidente del Partito Popolare Isabel Bonig aveva dichiarato che il dovere del presidente della Comunitat Valenciana Ximo Puig (socialista) che governa con Podem/Podemos e con la coalizione valenziana Compromís è quello di “arginare i secessionisti catalani che non solo vogliono rompere la Spagna ma portarsi appresso anche la Comunitat Valenciana”.
L’esponente popolare aveva definito come “fantasioso” il concetto di Paesi Catalani, che comprende tutti i territori in cui si parla Catalano, quindi non solo la Comunitat Autònoma de Catalunya ma anche la Comunitat Valenciana, le Isole Baleari, Andorra e altre aree che ricadono attualmente sotto l’amministrazione dell’Aragona e di Murcia nello Stato spagnolo e del dipartimento dei Pirenei Orientali nello Stato francese . Si annovera tra i paesi catalani anche la città di Alghero/S’Alighera/L’Alguer in territorio nazionale sardo definito appunto “Pais Català de Sardenya”, conquistato attorno al 1350.
Il virus catalano e i suoi ripetitori valenziani
La presidente popolare valenziana in questi anni ha denunciato con preoccupazione il sostegno al processo indipendentista catalano da parte di alcuni dei consiglieri politici del presidente valenziano Puig e ha definito come un affronto vergognoso il fatto che alte cariche pubbliche catalane abbiano affermato di essere disposte a dare la nazionalità catalana anche ai valenziani, “dimostrazione che il governo valenziano non è all’altezza di quel che sta accadendo: non solo ospita rappresentanti favorevoli al separatismo ma abdica ai suoi doveri di difesa degli interessi valenziani”.
“Il presidente Puig ha detto ad Artur Mas di essere disponibile a riconoscere la singolarità catalana – ha detto Isabel Bonig – ma io gli chiederei a cosa si riferisce perché la Costituzione già la riconosce. Se il presidente si riferisce ad aspetti economici, si ricordi che il suo scopo deve essere quello di difendere gli interessi dei valenziani, al di là di ovvi rapporti di buon vicinato con altre regioni”.
L’esponente PP, in chiusura del congresso che l’ha rieletta, ha lanciato anche accuse dirette contro la coalizione Compromís, al governo con i socialisti e Podemos, accusata di “praticare un nazionalismo e un separatismo marcio e settario”. “Il Governo valenziano sta provando a inoculare il pericoloso germe nazionalista catalano, le caratteristiche sono le stesse, la tabella di marcia si ripete, anche se le forme sono diverse”.
Da parte sua il presidente del gruppo parlamentare popolare nel Parlamento catalano Xavier García Albiol ha recentemente rassicurato i valenziani: “finché al governo della Spagna ci sarà il PP gli indipendentisti non conseguiranno il loro obiettivo”.